Nuovo Pignone BH arriva nella Sibaritide e promuove una moderna rivoluzione industriale
Oggi la presentazione del progetto nei locali dell'autorità portuale. Inziativa per coinvolgere la comunità e fare chiarezza sul reale impatto economico ed ambientale. Agostinelli: «Così si crea indotto e un traffico mercantile»
CORIGLIANO-ROSSANO - Si è svolta questa mattina, nella sede della stazione Marittima, la presentazione del progetto riguardante l’insediamento dell’azienda Nuovo Pignone - Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano.
Presenti, tra i rappresentanti istituzionali, il sindaco del Comune di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, in rappresentanza del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e l’assessore alle Politiche Sociali e ai Trasporti, Emma Staine; il senatore Ernesto Rapani e i consiglieri regionali Giuseppe Graziano, Pasqualina Straface e Davide Tavernise.
Ad introdurre l’evento, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, che, dopo aver ricordato gli interventi e gli investimenti a favore della marineria da pesca, ha rassicurato gli astanti sul rispetto delle molteplici potenzialità e vocazioni del Porto in questione, garantendo massimo dialogo e attenzione. «La riunione di oggi – ha poi precisato – è necessaria per fare chiarezza e dimostrare il tutto in maniera trasparente».
Hanno presentato quindi il progetto, il vice presidente della Nuovo Pignone, Paolo Ruggeri, e la direttrice dello stabilimento Baker Hughes di Vibo Valentia, Maria Francesca Marino. Dopo aver ripercorso la storia della società che ha attraversato varie epoche cimentandosi in vari settori di produzione, si è passati agli aspetti tecnici. La produzione – hanno spiegato - riguarderà prodotti utilizzati nella liquefazione del gas naturale, un’applicazione importante per la transizione energetica. Gli stabilimenti come quelli di Vibo Valentia hanno rappresentato e rappresentano un volano economico notevole per il territorio circostante con un indotto di 40 milioni, 110 dipendenti (14% donne) e il 98% di lavoratori locali. Tra i valori dell’azienda – hanno sottolineato - vi è soprattutto il benessere dei dipendenti e la valorizzazione dei luoghi circostanti: «Avvertiamo un vero e proprio senso di responsabilità sociale nei confronti della comunità che ci ospita» hanno dichiarato. «L'impatto sul territorio infatti - ha aggiunto Marino - è una nostra priorità. Abbiamo valutato sia quello visivo, che quello acustico oltre che ambientale. Non siamo una fonderia, ci occupiamo di carpenteria: assemblaggio di materiale prefabbricato, di saldatura e verniciatura».
Ad aprire il ciclo di interventi è stato il primo cittadino, Flavio Stasi, che ha ribadito l’importanza della concertazione: «Si sta sviluppando una discussione e l’amministrazione comunale la sta affrontando nelle sedi opportune. Le ragioni di carattere tecnico non sono di discrezionalità politica, adesso è il momento di parlare del tipo di sviluppo che intendiamo perseguire per valorizzare questo porto. L’insediamento di BH, nel bene o nel male, può influire sull’indirizzo generale del porto stesso che non può essere esclusivamente di tipo industriale. Capire e condividere il reale impatto economico e di ricaduta occupazionale è nostro compito e noi lo assolveremo nei limiti delle nostre competenze».
Nutrita e vivace, anche la voce del dissenso. I rappresentati del Comitato Giù le mani dal porto hanno espresso a gran voce la loro contrarietà rispetto al progetto. I dubbi sollevati riguarderebbero il reale impatto ambientale, l’occupazione di più aree portuali, la mancata partecipazione della cittadinanza, la dubbia trasparenza rispetto al piano occupazionale.
A conti fatti, l’evento non si è rivelato edificante e chiarificatore come ci si aspettava. Se da un lato Baker Hughes ha difettato nel presentare alcuni dettagli relativi al piano industriale (soprattutto per quel che riguarda il reale impatto occupazionale) dall’altro lato l’uditorio si è dimostrato incapace di sollevare obiezioni sensate e pertinenti. Comprensibili i chiarimenti e i dubbi relativi alla salvaguardia delle varie vocazioni portuali e al reale impatto ambientale ma del tutto fuori contesto tutta una serie di osservazioni e sospetti che poggiano su un pregiudizio di fondo incompatibile con la tanto auspicata concertazione.