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L'Asp di Cosenza guarda alla fantascienza: «Intelligenza artificiale su ogni ambulanza»

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CORIGLIANO-ROSSANO – La sanità calabrese è da sempre sinonimo di inefficienza, disservizi e disagi. Sono tantissimi i casi di malasanità che ogni giorno si registrano lungo tutta la regione e che investono centinaia di pazienti.

Da circa un anno e mezzo, però, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza gode di una nuova dirigenza e pare, anche, di una nuova visione. Ad illustrarci il nuovo piano, e a fare il punto su quanto è stato fatto e su quanto ancora c’è da fare, il direttore dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, intervenuto mercoledì scorso all’Eco in Diretta (rivedi la puntata).

«La situazione in cui versava l’azienda – dichiara Graziano - era drammatica. In un anno e mezzo, grazie ad una squadra forte e laboriosa, siamo riusciti a risanare i bilanci gettando le premesse per le iniziative future. L’obiettivo è stato azzerare i debiti e far ripartire l’azienda per poi avviare il piano di investimenti. Sembrerà un aspetto meramente burocratico ma se un’azienda non è virtuosa non può né investire né crescere. Ovviamente non abbiamo la bacchetta magica, c’è ancora tanto lavoro da fare ma stiamo cercando di creare le condizioni affinché tutto questo avvenga».

L’idea di base è quella di riformare la medicina territoriale in maniera capillare, dotando anche i luoghi geograficamente più distanti dai centri ospedalieri, di tutta l’attrezzatura necessaria che consentirà l’avvio della nuova frontiera della sanità: la telemedicina. In questo modo, sarà possibile intervenire da remoto, gestendo le sub acuzie in apposite strutture (case di comunità e ospedali di comunità) ed evitando la congestione dei pronto soccorso, da sempre in affanno.

«Noi siamo stati indicati – spiega il Direttore - come azienda capofila del progetto, e nell’ambito dell’emergenza-urgenza abbiamo raccolto risultati eccellenti. Ho firmato la convenzione a maggio, a giugno abbiamo iniziato a lavorare e il 5 dicembre eravamo già pronti per partire con il nuovo modello. Quel giorno nacque in Calabria l’112, numero unico europeo. A breve partirà anche a Cosenza ed entro il 5 marzo entrerà in vigore in tutta la regione. In questo modo, tutte le chiamate, da qualsiasi parte della Calabria, giungeranno al numero unico in tempi europei. Per la gestione di questa linea abbiamo selezionato degli operatori che sono stati appositamente formati. Inoltre, abbiamo selezionato infermieri (attingendo ad una graduatoria) e autisti (il cui concorso si è appena concluso). Il tutto per un totale di 46 operatori, 54 infermieri e 115 autisti assunti in tempi brevissimi (3 mesi)».

«A questo bisogna poi aggiungere che l’Asp di Cosenza ha fatto ricorso, prima in Italia, al dl n.34 del 31 marzo 2022 inserendo tramite concorso 67 medici senza specializzazione ma con almeno tre anni di servizio».

Nel programma, come ha ricordato Graziano, rientrano anche tre centri di formazione per formare il personale in servizio e quello appena assunto. Le strutture e le nuove ambulanze saranno dotate, infatti, di attrezzature all’avanguardia, altamente tecnologiche e molto sofisticate. Con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale sarà possibile gestire il paziente da remoto - e il modello di telecardiologia cosentino fa scuola – con interventi tempestivi e mirati. Questo consentirà, anche ai pazienti che vivono in aree più isolate, di poter ricevere un’assistenza valida.

«Grazie alle 60 nuove ambulanze e all’incremento di elisuperfici – rassicura Graziano - tutto questo diverrà possibile. Stiamo lavorando per dotare i comuni più grandi e meno grandi (posti in posizioni strategiche) di elisuperfici abilitate al volo notturno. Fatto questo, posizioneremo le ambulanze con le attrezzature necessarie nei punti più problematici già nei prossimi mesi e avremo ambulatori mobili dotati di tutto il necessario».

Le nuove attrezzature consentiranno di fare diagnosi differenziali capaci di gestire le reti tempo dipendenti, cioè tutte quelle patologie fortemente condizionate dalle decisioni e dagli interventi messi in atto nelle prime ore dall'insorgenza dei sintomi. «Nel nostro modello - precisa - rientra anche un progetto ambizioso che rientra nelle finalità del Pnrr: cercare di assistere a domicilio il 10% dei pazienti ultra 65enni e noi stimo attrezzando per farlo».

Secondo questa visione, dunque, la medicina territoriale acquisterà una nuova centralità migliorando la gestione dell’emergenza-urgenza e fornendo un’assistenza di prossimità valida. La rete completa dovrebbe rendere il servizio sanitario capillare e più sicuro.

 

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.