«Vi supplichiamo: in nome dell’Amore non uccidete i vostri figli». Monsignor Aloise parla alla comunità di Co-Ro
Dopo l'omicidio Morello torna a parlare l'arcivescovo di Rossano-Cariati richiamando l'esempio di don Puglisi: «Non può essere la cultura mafiosa, la violenza, l’illegalità, la corruzione e il favoritismo a dominare le nostre relazioni sociali»
CORIGLIANO-ROSSANO - Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta alla comunità da parte del vescovo, Mons. Maurizio Aloise e i Sacerdoti del Centro Storico dell’area urbana di Rossano.
Primo settembre: Festa finale dell’Estate Ragazzi nel Centro storico di Rossano. Di tanti colori si riveste piazza San Bartolomeo, la musica allieta la serata, si balla insieme e una comunità, tra sorrisi e abbracci, si ritrova per gioire e pregare insieme; dopo due giorni la notizia del padre di una delle ragazze partecipanti all’evento ritrovato senza vita perché ucciso da mani violente. Mentre nelle strade di Rossano tanti giovani insieme a tante mamme e papà si adoperano per costruire percorsi di bellezza evangelica annunciando l’inestimabile valore di ogni vita umana, altri giovani, altre mamme e altri papà si arrogano il diritto di distruggere, con la prepotenza e l’arroganza, i sogni e gli affetti di tanti fino ad elevarsi a padroni della vita altrui. E su tutto ciò si ascolta solo il silenzio! Qualche articolo di giornale per raccontare i fatti accaduti ma poi… solo un assordante silenzio che sembra voler attendere che il tempo passi velocemente per cancellare anche questa triste pagina della vita sociale di un territorio e così dimenticare tutto! Far finta di niente! Convincersi che sono cose che capitano! Eppure questa volta sentiamo la necessità di elevare il nostro grido corale dinanzi a tanta indifferenza perché questa tragedia è l’ennesima occasione per riconoscere che, anche nella nostra amata città di Corigliano Rossano, si nasconde la velenosa bestia della ‘ndrangheta! Abbiamo ancora l’occasione di aprire gli occhi su tante situazioni di illegalità e di criminalità che si consumano nella nostra città e che sono sostenute e garantite da chi ogni giorno percorre le nostre stesse strade. Davanti ai ragazzi e agli adulti più fragili che cercano droga da giovani spacciatori adepti della malavita, davanti a bande giovanili che hanno come esempio di vita i cosiddetti “boss” considerati idoli da imitare, davanti a chi chiede il pizzo entrando nelle attività commerciali pretendendo di avere ciò che desidera senza pagare nulla, davanti a macchine e furgoni che improvvisamente vengono incendiati, davanti a famiglie che attraverso l’illusione del potere e della vita facile preparano la fossa per i propri figli, non si può tacere! Non si deve tacere come Chiesa e come società civile perché annunciare l’amore di Dio e il Vangelo di Cristo Gesù è denunciare allo stesso tempo la bruttezza del male in tutte le sue forme contrastando ogni logica che disumanizza l’umano! «Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe?» (Mt. 7, 9-10). Quale padre non si prende cura dei propri figli? E quale madre non fa di tutto per custodire il proprio bambino? A voi papà, a voi mamme, che vi trovate invischiati nelle grinfie della malavita e della criminalità, come Chiesa, con tono amorevole, diciamo: cambiate direzione finché siete in tempo, non lasciatevi offuscare la vista dal dio denaro e dall’orgoglio superbo del potere; non costruite la vostra felicità sulle spalle della povera gente solo perché capaci di impugnare una pistola per diffondere paura. Fatelo per i vostri figli, per i vostri nipoti, perché se un domani ad essere ucciso sarà un figlio che vi appartiene allora non potrete non sentirvi responsabili voi stessi: le scelte di oggi costruiscono il futuro e se oggi si continua a scegliere la morte domani non si potrà che raccogliere morte! I ragazzi e i giovani del centro storico, e non solo, “ci stanno a cuore”: così come voi genitori, anche noi sacerdoti ci sentiamo custodi della loro preziosa esistenza aperta alla possibilità di scegliere la via della vera gioia e desiderosi di consegnare loro le fondamenta di un futuro migliore. Non accontentatevi di essere come «gli spensierati di Sion» (Am 6,1) adagiati su un fasullo benessere conquistato attraverso affari illeciti; non lasciatevi prendere dalla corsa «dietro al nulla per diventare anche voi stessi nulla» (Ger 2,5)! La vita di ogni uomo, anche la vostra, ha la dignità di Dio stesso: lui per ciascuno ha versato il Suo sangue. Istituzioni civili, famiglie, scuole e associazioni ritroviamoci insieme per garantire un’azione educativa autentica che sappia formare i cuori di «buoni cristiani e onesti cittadini». Non può essere la cultura mafiosa, la violenza, l’illegalità, la corruzione e il favoritismo a dominare le nostre relazioni sociali. «Se ognuno fa qualcosa si può fare molto» diceva don Pino Puglisi. Sentiamo di ringraziare quanti seminano l’entusiasmo dell’impegno civile nella propria comunità parrocchiale, quanti incarnano il Vangelo con la testimonianza dell’azione politica, associativa, sociale, diventando per tanti coetanei un segno di speranza e un riferimento sicuro. Non dobbiamo avere paura! Siamo in tanti ad aver resistito alle proposte che ci avrebbero condotti lontano dai sentieri della giustizia e della legalità. Percorriamo a testa alta la strada della giustizia, della denuncia, della solidarietà, liberando il cuore dalla vendetta e dall’odio, aprendoci al perdono e all’amore vero. Vi supplichiamo: in nome dell’Amore non uccidete i vostri figli!