Frascineto, i cani di un pastore girovagano liberi per il territorio: disagi per animali e cittadini
La denuncia di Stop Animal Crimes Italia: «Abbiamo provveduto a inviare una segnalazione al Sindaco, all'Asp veterinaria ma anche a Carabinieri e Polizia di Stato, ritenendo trattasi altresì di una vicenda di pubblica sicurezza»
FRASCINETO - «La tragedia di Simona Cavallaro, sbranata e uccisa da cani di un pastore incustoditi, non sembra aver stimolato affatto le Autorità calabresi preposte al controllo dell’osservanza delle leggi in tema di randagismo e controllo della popolazione canina. Giungono all’Associazione decine di segnalazioni, non solo dalla Calabria, di cani da pastore vaganti e incustoditi, come ci è giunta recentemente dal Comune di Frascineto (CS), dove alcuni cani vaganti appartenenti ad un pastore girovagano liberi per il territorio, creando particolare disagio a cittadini ed altri animali; il caso sarebbe stato segnalato ma al momento non ci risultano interventi mirati».
Così l'associazione Stop Animal Crimes Italia, che continua: «Abbiamo così provveduto ad inviare una segnalazione al Sindaco (massima autorità sanitaria locale ai sensi delle leggi locali e nazionali ossia del DPR 31.3.1979) e alla ASP veterinaria ma anche a Carabinieri e Polizia di Stato, ritenendo trattasi altresì di una vicenda di pubblica sicurezza; l’incolumità dei cittadini da aggressioni di cani come quelli da pastore scaturisce non certo dai cani in sé ma dalle modalità con cui i cani da pastore vengono spesso detenuti. Cani spesso privi di idonei
ripari, idoneo cibo, non sterilizzati e privi di rapporti sociali con l’uomo e per questo acquisendo un carattere e comportamento selvatico potenzialmente aggressivo. Realtà come queste sono la prova di un disinteresse ancora troppo elevato e irresponsabile da parte di Comuni e Asl veterinarie diffuso in Calabria e in generale in tutto il sud Italia, dove la lotta al randagismo così come disposta dalle leggi nazionali e locali è ancora disattesa e, peggio, delegata a volontari e Associazioni che, forti dell’assenza di controlli, allestiscono rifugi abusivi lucrando sui randagi sotto gli occhi degli stessi enti pubblici preposti al contrasto dell’illegalità che ruota intorno e dentro il randagismo».
«Assenza totale di controlli, nemmeno a campione, sulla presenza di microchip dei cani di proprietà che poi a causa di questo vuoto, vagando incustoditi sul territorio, diventano randagi e mamme di randagi, assenza di sterilizzazioni mirate e di reimmissioni ossia assenza di attività sanzionatorie verso i cittadini che eludono le norme e tante altre incongruenze di natura sanitaria, giudiziaria e soprattutto culturale sono alla base di quello che riteniamo il fenomeno criminale tanto più subdolo quanto più diffuso in Italia».
«Stop Animal Crimes Italia pare, purtroppo, essere il solo Movimento che sta combattendo
frontalmente il sistema istituzionale e animalista che agisce fuori dalle leggi, poichè riteniamo che per risolvere il problema basterebbe semplicemente rispettare proprio le leggi esistenti» concludono.