«Noi, licenziati perché non ci sono passeggeri e passeggeri che non trovano posto. Qualcosa non quadra»
È quanto afferma Renna, portavoce dei licenziati della Simet: «La mobilità calabrese necessita quanto prima di una grossa ristrutturazione; cosa fa la regione Calabria? Resta cieca, muta e sorda»

CORIGLIANO-ROSSANO - «È arrivato il periodo più caldo dell'anno! L'estate! Periodo in cui milioni di Italiani e turisti scendono al sud Italia per godersi le bellezze della nostra meravigliosa regione: il mare, le montagne, il clima, il buon cibo, la storia etc. Periodo in cui si dovrebbero incrementare le corse degli autobus di lunga percorrenza, perché insufficienti a rispondere alle infinite richieste di prenotazioni. I viaggiatori hanno difficoltà a trovare posto su pullman, treno ed aerei. Mentre da quasi un anno gridiamo a gran voce alla Regione che la mobilità necessita quanto prima di una grossa ristrutturazione; cosa fa la regione Calabria? Resta cieca, muta e sorda davanti a questo problema ed alle mille richieste dei viaggiatori».
È quanto afferma Elda Renna portavoce di un gruppo di autisti licenziati dalla Simet S.p.A.
«Ma non dimentichiamo – aggiunge - che la motivazione del nostro licenziamento è stata l'assenza di richiesta e quindi di passeggeri. Noi autisti licenziati dalla Simet S.p.A a settembre 2022 siamo tutt'ora a casa ed inoccupati, noi siamo autoferrotranvieri e svolgiamo un servizio di primaria importanza per una regione che è priva di un vero e funzionante sistema di mobilità, una funzione la nostra non riconosciuta né dalla Regione Calabria né dal governo centrale».
«Quindi c'è qualcosa che non quadra: la domanda è altissima, i passeggeri ci sono e non riescono a prenotare posti; l'offerta è scarsa, anzi peggio, perché la scusa per i licenziamenti è stata "non c'è domanda, mancano i passeggeri" e siamo stati licenziati. Qualcuno dall'alto delle istituzioni regionali può darci una risposta piena di sana onestà intellettuale? Perché di slogan propagandistici ne siamo abbastanza pieni. Ma nonostante le tante incongruenze non siamo mai stati né fermi né tanto meno zitti. Andremo avanti» conclude.