Centri storici Corigliano-Rossano, Olivo: «Il degrado è ovunque»
La consigliera comunale e assesore provinciale: «La città d'arte ormai ridotta in un lazzaretto. Ormai più topi e scarafaggi che residenti»
CORIGLIANO-ROSSANO– «Il degrado nei due centri storici della Città d’Arte è ormai ovunque. Come il Nulla che avanza nei romanzi di Michael Ende avvolgendo e distruggendo tutto, quell’oblio sembra essere oggi il destino dei cuori identitari e più competitivi della terza più grande città della Calabria. Interi quartieri assediati dai ratti che escono dalle fogne ormai stracolme e prive di manutenzione; piazze e vie dei centri cittadini avvolti da abbandono e incuria. L’Anfiteatro Maria De Rosis, da bomboniera ereditata a selva oscura di dantesca memoria. Desolazione. Due perimetri d’epoca, invidiati e turisticamente competitivi, che potrebbero e dovrebbero essere propulsore dell’economia soprattutto in questo periodo dell’anno, sono ridotti ad essere l’antitesi di quella che dovrebbe essere l’attrattività e ricettività turistico-culturale ed esperienziale; da salotti sono ridotti ad un lazzaretto lurido e maleodorante lazzaretto nel quale risiedono più topi e scarafaggi. Vergogna!».
«È una vera e propria offensiva nei confronti del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale quella dell’assessore provinciale al Patrimonio e agli Affari generali Adele Olivo che rilancia e chiede chiarimenti su come venga spesa la valanga di trasferimenti erariali che arriva nelle casse comunali. Così tanti soldi – precisa – che a differenza della stragrande maggioranza dei comuni italiani, Corigliano-Rossano non ha nemmeno più l’esigenza di ricorrere all’anticipazione di cassa».
«Eppure – sottolinea l’assessore provinciale – chiunque, anche un bambino, posizionandosi in un qualsiasi angolo dei due centri storici ricchi i marcatori identitari e facendo una rotazione su se stesso si accorgerebbe dell’imbarazzante stato di degrado mai visto prima; nemmeno nei periodi di transizione commissariale vissuti dalle due estinte città. Le fronde degli alberi toccano a terra e si intrecciano con i polloni che ormai crescono rigogliosi alla base dei tronchi e diventano ricettacolo di animali e sporcizia. Per non parlare – aggiunge – dello stato pietoso dei vicoli secondari, quelli nascosti che ormai non vengono frequentati nemmeno più dai residenti perché sono luoghi paurosi che sembrano essere usciti dai raccordi di Poe: drammaticamente spettrali.
E vogliamo parlare dell’incuria e dell’incapacità di offrire accoglienza degna di una grande città ai turisti? Se non fosse per quei pochi e coraggiosi operatori turistici che in solitaria accompagnano le comitive per le vie dei centri storici, con non poco imbarazzo nel dover giustificare la decadenza del contesto urbano, Corigliano e Rossano non avrebbero nemmeno un punto informativo visibile e accessibile nel quale un visitatore possa recarsi per ricevere assistenza; il nulla cosmico che sta portando i cittadini e gli operatori commerciali ad una lenta e pericolosa assuefazione al brutto, alimentata dalla insipienza del sindaco e dei suoi assessori e dalla latitanza sulle questioni serie della sua maggioranza di tifosi. Questa è a tutti gli effetti la stagione politica più triste, buia e distruttiva che abbiano mai vissuto le due estinte città e- conclude la Olivo – non basteranno prezzolati concerti estivi, fonte di spreco di risorse pubbliche ma non indotto turistico ed economico misurabile, a cambiare le sorti di un declino ormai purtroppo costante. Servono strategia e visione, che sono i grandi assenti della parentesi Stasi».