Mi 'ndujo lancia il nuovo panino: fuori 'u Ghiegghiu
Con un nuovo ingrediente di qualità del super paniere enogastronomico calabrese: il Pecorino Crotonese Dop dell’Azienda Fonsi di Paludi, l’unico bio della filiera del Consorzio
COSENZA - L’attesa è finita: da oggi, martedì 11 aprile in tutti e 9 gli show food Mi’ndujo, dalla Calabria alla Capitale, sarà possibile richiedere e degustare Ghiegghiu, la nuova esperienza di gusto promossa dalla rete del primo panino calabrese veloce e di qualità, con prodotti del territorio.
Gli ingredienti: «pane caldo sfornato a vista, salsiccia selezione Mi’Ndujo, Pecorino Crotonese Dop biologico, pomodori secchi, capocollo riserva Menotti. Sono, questi, gli ingredienti del nuovo paninazzo genuino e sanizzo che va ad aggiungersi all’imbattibile Bisignano, il più richiesto, all’Acri, al Luzzi, al Silano, al Mi ’Ndujo e alle altre proposte che entrano ed escono di scena a seconda delle stagioni e della disponibilità naturale degli ingredienti».
«Vi starete chiedendo: cos’è ‘U Ghiegghiu? Semplice! È un terrone che non parla neppure calabrese, ma l’arbëreshë. Che è una delle cinque lingue ancora parlate in Calabria. Che ricchezza! Riconosciuta e tutelata dal 1999 – si legge nella descrizione della nuova proposta gastronomica – essa è viva e vegeta da quasi 60 mila persone in 30 comuni, quasi tutti in provincia di Cosenza: la più grande comunità italo-albanese del mondo. Sono i discendenti degli albanesi che si stanziarono nell’Italia meridionale a partire dal XV secolo, dopo la morte dell'eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg, condottiero, patriota e principe che guidò i suoi connazionali alla ribellione contro l'occupazione dell'Albania da parte dei turco-ottomani.
A questo patrimonio vivo e distintivo della nostra terra inedita ed inesplorata, magica ed ancestrale dedichiamo – conclude la didascalia – una nuova esperienza, un nuovo paninazzo sanizzo, con l’ingresso di un nuovo ingrediente di qualità del super paniere enogastronomico calabrese: il Pecorino Crotonese Dop dell’Azienda Fonsi di Paludi, l’unico bio della filiera del Consorzio».