Ecco le ragioni dello sciopero indetto per lunedì: «Un appuntamento importante a tutela del Sud»
Cgil e Uil Calabria manifesteranno contro la manovra finanziaria. Qui spiegano punto per punto «ciò che non ci convince e chi ci spinge a scendere in piazza per quattro ore di sciopero generale»
CATANZARO - Sciopero indetto da Cgil e Uil Calabria contro la manovra finanziaria lunedì 12 dicembre alle ore 11 in piazza Prefettura a Catanzaro.
«Un appuntamento importante a tutela del Sud, dei più poveri e fragili e dei pensionati – si legge nella nota stampa - Lanciamo un appello alla Calabria, alle associazioni, ai sindaci, ai partiti, al mondo dell'università e della scuola, alla cittadinanza attiva».
«Ecco ciò che non ci convince e chi ci spinge a scendere in piazza per quattro ore di sciopero generale. Diciamo No: All'Articolo 143 della legge di bilancio che forza la mano sulle riforme e punta a introdurre un regionalismo incostituzionale, che sostiene pesanti tagli agli investimenti per le scuole e ricuce drasticamente la presenza delle istituzioni scolastiche sul territorio. Al mancato potenziamento delle Zone economiche speciali applicato attraverso la cancellazione del credito di imposta e della decontribuzione delle assunzioni».
«Al bluff sull'Alta Velocità ferroviaria per la realizzazione della quale il Governo ha ammesso il mancato finanziamento. Alle promesse sulla Strada statale 106, per la cui concreta realizzazione chiediamo la riduzione dei tempi di intervento, la definizione e la cantierizzazione dei tratti: Catanzaro/Crotone e Catanzaro/Reggio Calabria. Alla cancellazione del Reddito di cittadinanza che viene deciso quando ancora non è partito il progetto Gol, non si sono effettuate le assunzioni nei centri per l'impiego e non si è messa mano alla riforma delle politiche attive per il lavoro. Al mancato finanziamento del fondo per la forestazione, strumento utile alla manutenzione del territorio e alla mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico».
«All'innalzamento dei voucher che riteniamo dannosa per diversi comparti dell'economia regionale. Alla riforma del sistema pensionistico che discrimina le donne e mette a repentaglio il futuro dei giovani. Al mancato investimento sulla pubblica amministrazione che non viene potenziata con nuove assunzioni, mettendo così in difficoltà gli enti locali nella gestione dell'ordinario ed in quella, determinante per il futuro del nostro territorio, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Alla scarsa attenzione che il Governo presta al mondo dell'università, della ricerca e della scuola che, nel merito, vengono private di quegli investimenti utili a formare i professionisti del domani. Alla scelta, inaccettabile e disarmante, di non investire nel potenziamento del Servizio sanitario attraverso la stabilizzazione del personale precario, l'assunzione di quelle figure necessarie a potenziare l'offerta sanitaria e lo stanziamento dei fondi per il rinnovo del Contratto scaduto da oltre un anno» concludono.