«Signora, se non può pagare la bolletta vada a rubare». Quando il "servizio clienti" se ne fotte dei clienti e della crisi
Queste le assurde parole che una commerciante dell'alto Jonio si è sentita dire dal referente di un customer care durante il tentativo di rateizzare una bolletta. L'appello di Franchino (A.Com Trebisacce): «È una situazione disperata»
TREBISACCE – “Signora, se non ha i soldi per pagare la bolletta, vada a rubare”: sono queste le incredibili parole che una giovane commerciante dell’alto Jonio cosentino ha sentito pronunciare, dall’altro capo del telefono, al termine di una lunga discussione con l’addetto del servizio clienti di un’importante realtà che fornisce alla sua piccola impresa familiare una fondamentale utenza.
Un invito che dipinge una situazione gravissima, sotto diversi punti di vista.
La giovane imprenditrice si era rivolta al customer service dell’azienda fornitrice dell’utenza per cercare di trovare un modo per rateizzare una fattura di circa 6.000 euro, giunta all’inizio dell’estate e scaduta. L’esistenza di una precedente procedura di rateizzazione per un importo di gran lunga inferiore, bloccava tuttavia ogni possibilità di procedere. Da qui la netta intimazione: pagare entro la data la scadenza prevista o vedersi tagliato il servizio, con conseguenza chiusura dell'attività.
Va premesso che l’attività della protagonista di questa vicenda gode di una buona salute commerciale, frutto di un lavoro intenso e di grandi sacrifici che hanno fatto sì che un piccolo sogno diventasse una solida e produttiva realtà a conduzione familiare.
Realtà che tuttavia che non era preparata ad un aumento del 400% dei costi dei servizi o delle materie prime, il quale comporterà inevitabilmente un imminente crisi.
Ma chi è abituato a costruire, è abituato anche a lottare per ciò che ha costruito, cercando di trovare soluzione a problemi, quale sarebbe stata la rateizzazione dell’altissima bolletta.
Quindi, a quanto ci è stato raccontato, alla base di tutta la vicenda, c’è un chiaro desiderio di pagare quanto dovuto, proprio per far andare avanti l’attività se non florida sicuramente fiorente.
Non si deve neppure condannare senza possibilità di assoluzione l’infelice uscita dell’addetto al servizio clienti, in quanto, sicuramente, non è stato lui a porre in essere le categoriche regole e a tarda serata, quando è avvenuto lo scambio, lo stress, la tensione di aver caricato sulla propria giornata le preoccupazioni di tantissimi cittadini e commercianti, avrà comportato una perdita di lucidità, generando un’uscita altamente infelice.
Le attività commerciali sono tra le più penalizzate dall’assurdo aumento che sta caratterizzando tutti i mercati, in quanto se da un lato ricevono bollette estremamente più care, dall’altro si vedono ridurre la capacità d’acquisto e la volontà di spendere di moltissimi clienti colpiti a loro volta dal caro vita.
Il Presidente dell’Assopec (Associazione Commercianti di Trebisacce), Andrea Franchino, raggiunto da noi telefonicamente ci ha confessato che la situazione è “Grave, a tratti disperata. Sono a conoscenza di diverse attività che probabilmente chiuderanno i battenti dopo dicembre. L’aumento delle utenze ci ha colpito tutti molto duramente, e non si riesce a far fronte alle spese fisse, tenendo conto che la crisi ha ridotto siginificativamente gli acquisti”.
Franchino lancia un appello a tutto il territorio: “Ogni vetrina che si spegne, è un luce che manca in città. Per questo motivo rivolgo un invito a tutto il territorio dell’Alto Ionio: nei prossimi mesi, soprattutto a Natale, scegliete di acquistare dalle attività che sono presenti sul territorio, evitando nella misura che è possibile gli acquisti on line. Servirà ad aiutare tutti i commercianti che da sempre sono parte del tessuto sociale del territorio, ma anche a rendere il territorio stesso più forte e competitivo, evitando una desertificazione che lasci di fatto tutti noi, magari con pochi spicci in più in tasca, ma al buio sotto il punto di vista sociale, con strade prive costellate di insegne spente e saracinesche abbassate”.
Chi deve intervenire per far fronte a questa gravissima situazione?
Può essere fatto a diversi livelli istituzionali, ma forse il primo passo deve essere posto in essere proprio dai consumatori.
Quando una parte della comunità entrà in crisi, ognuno deve poter dare il proprio contributo per uscire dalla stessa, facendo quel e quanto può.
Sostenere i commercianti del territorio, preferendoli nella misura in cui è possibile (e forse anche un po' di più) è un modo importante per salvaguardare la coesione del tessuto sociale.
Pensiamoci quando il corriere suonerà la prossima volta al campanello.