Il Pollino, scrigno di una pluralità alimentare dal gusto variegato e dalla potenzialità turistica straordinaria
Così si è presentato questo territorio nei cinque giorni di Terra Madre: nella forma più bella, buona, pulita e giusta, costituendo un modello di integrazione tra i confini e le diversità produttive che animano l'area protetta più grande d'Italia
TORINO - Uomini e cibo, storie e tradizione, narrazione e sistemi integrati rispetto all'ambiente e alla qualità delle produzioni. Il Pollino a Terra Madre si è presentato nella forma più bella, buona, pulita e giusta, costituendo un modello di integrazione tra i confini e le diversità produttive che animano l'area protetta più grande d'Italia.
Paride Leone e Michelangelo D'Ambrosio, rispettivamente portavoce di Slow Food Basilicata e Slow Food Calabria, insieme al determinante contributo delle strutture di Slow Food Italia, hanno accompagnato il processo di analisi, mappatura e progettazione dell'idea di fondo che - insieme alle condotte dell'area calabro lucana - ha poi portato alla costruzione dell'idea vincente candidata al bando del Parco del Pollino, animando lo stand che per cinque giorni a Parco Dora ha presentato al mondo 57 realtà produttive che si muovono attorno all'idea portante del movimento con la chiocciola.
«Non è stato semplice - hanno dichiarato i portavoce regionali - ma è stato avvincente e bellissimo realizzare insieme ai fiduciari Anita Ferrari (Area Sud Basilicata), Teresa Maradei (Valle del Mercure - Pollino), Andrea Casaleno (Magna Graecia - Pollino) affiancato da Vincenzo Alvaro del comitato di condotta, i cuochi dell'Alleanza di Calabria e Basilicata Fabio Maria Torchia e Flavia De Marco, i volontari di Slow Food e i produttori che operano sul Pollino questo percorso di pluralità alimentare che ha permesso a tutti di conoscere un'areale straordinario e multiforme, dal gusto variegato e dalla potenzialità turistica straordinaria e sostenibile. Ci abbiamo creduto fin dall'inizio e oggi possiamo dire che il tempo speso per costruire questo che è un modello di interazione e confronto, è stato utile».
«Oggi abbiamo una istanza importante da poter continuare a narrare e declinare in altre attività di condivisione e valorizzazione che vedranno insieme produttori, soci di Slow Food, istituzioni, gente appassionata che ha scelto di vivere e produrre sulla montagna del Sud. Di questa magnifica esperienza, noi del Pollino a Terra Madre 2022 conserveremo e custodiremo i sorrisi visti e sentiti, un segno tangibile e significante di gente vera, di persone che sentono e avvertono la soddisfazione di ciò che stanno facendo, non importa se dietro quei sorrisi c'era stanchezza, se non tutto era preciso e perfetto, per noi erano i sorrisi di chi ha capito di aver partecipato attivamente a qualcosa di nobile, di ampio, che va al di là di se stessi» conclude.