La vicenda di Via Cerasaro diventa sempre più un caso sociale e politico. Tutti aspettano la mossa del sindaco Stasi
Smurra (Fna) e Caputo (FI): Bisogna aiutare quell’uomo e tutelare tutte le persone che vivono in quel quartiere e fare presto prima che le criticità segnalate, non complichino ancora di più la situazione
CORIGLIANO-ROSSANO - «Sulla vicenda casa-discarica di via Cerasaro, il punto non è se il problema è stato ereditato dalle precedenti amministrazioni o se è sopraggiunto successivamente. I cittadini non devono e non possono sostituirsi alle istituzioni. Se non è di competenza dell’amministrazione comunale, allora, questa, deve adoperarsi per sollecitare con tutti i mezzi chi è chiamato ad intervenire».
«La verità è che sono passati oltre tre anni e che a distanza di 4 giorni dall’intervento dell’associazione nazionale Stop animal crimes che ha liberato i due cani, ad oggi, venerdì 26 ancora il comune non ha bonificato il sito, quella persona resta tra rifiuti ed escrementi e l’emergenza igienico-sanitaria resta tutta in piedi, a danno di tutti. Quanti ne passeranno ancora? In silenzio o in modo eclatante, poco importa. Ma si faccia qualcosa, subito».
È quanto sollecita Mario Smurra, vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltori (Fna) che ieri (giovedì 25) ha partecipato alla conferenza stampa promossa dal comitato civico per la tutela della dignità, della salute, della sicurezza e della libertà delle persone e degli animali in Via Cerasaro.
«Rendersi protagonisti di polemiche sterili ed inutili o, ancora peggio - aggiunge - giocare allo scaricabarile, non aiuta e tutela nessuno, ma contribuisce ad aggravare al contrario una delle più brutte pagine che questa città potesse mai proiettare di sé».
«Bisogna aiutare quell’uomo e tutelare tutte le persone che vivono in quel quartiere. Tutte, indistintamente. E fare presto - conclude -prima che le criticità segnalate, come quella bombola di gas, precaria e dalla sicurezza incerta, non complichino ancora di più la situazione».
Anche Guglielmo Caputo, già vice sindaco di Rossano e rappresentante di Fratelli d'Italia ha sottolineato come «questa città abbia abbastanza memoria storica per confrontare quanto stia accadendo oggi, in termini di indecisionismo su tutta la linea, con invece il buon governo degli anni passati».
Poi ha proseguito: «Ma è mai possibile che dopo tre anni senza alcun intervento di nessun tipo sulla doppia emergenza igienico-sanitaria e sociale di Via Cerasaro, nel cuore del centro Storico di Rossano, il sindaco quale principale autorità sanitaria della città non sia stato in grado di adottare uno qualsiasi degli strumenti che le leggi dello Stato, in queste precise circostanze, mettono a disposizione dei primi cittadini e, quindi, delle amministrazioni comunali? Ma ci si rende conto della gravità delle omissioni di cui ci si sta rendendo responsabili, nonostante denunce circostanziate e relazioni di più soggetti pubblici, come Asp, Polizia Locale e delle stesse assistenti sociali? Si ha ben chiara la situazione? Forse no».
«La grande comunità di Corigliano-Rossano ricorda benissimo quante e quali situazioni analoghe sono state risolte in passato in meno di mezza giornata, con decisionismo, sostituendosi se necessario alle eventuali inerzie di altri soggetti formalmente competenti ed intervenendo senza indugi laddove l'incolumità pubblica, l'interesse generale, la salute e la sicurezza pubblica e dei singoli erano documentatamente a rischio. Perché è questo ciò che deve fare un buon padre di famiglia per la sua comunità: non lasciare indietro mai nessuno dei suoi figli, i concittadini».
«Ed è proprio questa la conclusione: un sindaco ed un'amministrazione comunale di centro destra non avrebbero aspettato neppure 24h di fronte alla vergogna della casa-discarica di Via Cerasaro; avrebbero tutelato la dignità e la salute della persona in questione che invece a tutt'oggi (venerdì 26 agosto) viene lasciata in quelle stesse condizioni dall'attuale amministrazione comunale; avrebbero subito liberato, curato ed assicurato quei due cani; avrebbero fatto bonificare d'urgenza quell'immobile (e non solo quello) in quelle condizioni dal 2019 e, nell'interesse di tutti, avrebbero riportato pulizia, decoro, sicurezza e dignità in quel quartiere, storico, di Porta dell'Acqua, restituendolo alla fruizione normale non solo dei residenti ma anche dei visitatori e dei turisti».
«Ed invece il nulla. Su questa vicenda esplosiva da tutti i punti di vista così come su tutte le altre di cui ci occupiamo da tempo e che di cui i media danno notizia la risposta ciclica, sistematica e ormai stantia del Sindaco resta farcita di improbabili rassicurazioni sul futuro e soprattutto di giustificazioni. Sempre giustificazioni, continue giustificazioni su tutto: c'è sempre un motivo per non fare ciò che si deve fare e ciò che può e deve essere fatto. C'è sempre un impedimento a tutto, c'è sempre un ostacolo per l'ordinaria amministrazione e c'è sempre un cavillo che impedisce la rivoluzione che nessuno ha mai visto. Insomma, manca sempre un centesimo per arrivare ad un euro!»
«Le risposte su tutto di Stasi, come quella umiliante per la Città diffusa ieri per giustificarsi dopo tre anni di latitanza sul dramma di Via Cerasaro, sembrano ormai le stesse che si davano alle nostre scuole superiori, quando si portavano giustificazioni per tutto, pur di evitare le interrogazioni o altro. Sindaco, il libretto delle giustificazioni è terminato e la scuola è finita. Sei stato eletto per decidere, risolvere, intervenire ed agire. La Città non ne può più di queste continue giustificazioni piagnucolose per nascondere l'assenza di coraggio, decisione e capacità in tutto ciò che arriva sul tuo tavolo».
«Serve più umiltà e laddove non si è adeguati a trovare soluzioni, serve farsi assistere e chiedere aiuto, essendo del resto privi di esperienze tali da supportare autonome determinazioni di governo della cosa pubblica. E si sa, oggi più che mai, il governo dei territori è cosa molto complessa».
«Ed anche se lei non ce lo chiede, noi il suggerimento glielo diamo lo stesso. Cosa avrebbe fatto tre anni fa e cosa farebbe oggi qualsiasi amministrazione comunale diversa dalla sua? Una normalissima ordinanza contingibile ed urgente, emessa: 1) dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale, in relazione all'urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti; 2) dal sindaco quale ufficiale di Governo o dal Prefetto in caso di inerzia del Sindaco (ed ormai sarebbe il caso vista l'inerzia di Stasi); 3) molto probabilmente anche come autorità di Protezione Civile, alla luce delle ultime modifiche intervenute in fase pandemica».