Al via il potenziamento del "Cosentino": arrivano due medici per il punto di primo intervento
Nei giorni scorsi il presidio di primo soccorso rischiava di chiudere per carenza di organico. Poi l'intervento risolutivo dell'Asp di Cosenza e il rilancio dei servizi. I Comitati uniti per il "Cosentino": «Finalmente una buona notizia»
CARIATI - Nella giornata di ieri, sono stati aggiunti due medici al punto di primo intervento del “Cosentino” di Cariati, ora, già operativi all'interno dello stesso nosocomio, grazie all'intervento risolutivo dell'Asp, e al rilancio dei servizi da parte del commissario Antonello Graziano.
Il Ppi di Cariati, nei giorni scorsi, rischiava addirittura la chiusura, per la mancanza di organico medico. Analizziamo insieme a Domenico Formaro - portavoce Comitati Uniti per Il Vittorio Cosentino di Cariati - le criticità più urgenti.
Cosa ha preceduto l'integrazione di due unità mediche all'interno del Ppi?
«Noi sapevamo già ci fosse un problema di personale, perché su una pianta organica predisposta appunto per sei unità mediche, vi era la presenza di soli tre medici. Abbiamo subito lanciato l'allarme, prima che si verificasse la situazione di pericolo di qualche giorno fa, ovvero, una mattinata e un pomeriggio senza il medico di turno. Queste due unità in più sono fondamentali, perché scongiurano situazioni come queste, andando quasi a completare l'organico, e rendendo più semplice la turnazione».
Perché in Calabria questa problematica è più acuita?
«Questa problematica riguarda tutta l'Italia, soprattutto il settore emergenza/urgenza. Dalla fondazione “Gimbe”, apprendiamo infatti, che in dieci anni, tra il 2010 e il 2019, il personale dipendente del Servizio sanitario nazionale è diminuito di 42.380 unità. In Calabria - e al sud in generale - questa situazione è più accentuata, perché la zona disagiata, rende le strutture ospedaliere meno “appetibili” agli eventuali medici. Il Presidente della regione Calabria, Occhiuto, propone infatti di adottare, verso queste figure professionali, una logica simile a quella utilizzata per i magistrati e i carabinieri, ossia, pagare di più in quanto operanti in zona definita disagiata».
Quali sono le motivazioni che hanno portato a questa situazione?
«Queste politiche vanno avanti dalla Spending Review, con la chiusura degli ospedali e il depauperamento del sistema sanitario, di cui oggi, se ne raccolgono i cocci, sia per quanto riguarda gli investimenti, sia per quanto riguarda il personale. Dobbiamo riparare subito».
Quali sono gli obiettivi che il Comitato si prefissa a proposito di ciò?
«Siamo in attesa dell'inserimento di Cariati all'interno della rete ospedaliera; su ciò abbiamo avuto forti rassicurazioni da parte di Occhiuto, e da parte dei territori. Proprio in vista di questa apertura, siamo attenzionati sulla predisposizione di alcuni servizi quali il laboratorio analisi, la radiologia e il Ppi, che sono oggetto di potenziamento nello stesso piano operativo, e che dovranno essere chiaramente, ben curati dall'Asp. Rimaniamo concentrati parallelamente, sulla costante e attuale mancanza di personale e delle apparecchiature sanitarie, alcune già predisposte (tac, ecografo e mammografo), ma non ancora arrivate».