Sequestro canile abusivo a Co-Ro, interviene Stop Animal Crimes Italia
Il rifugio posto sotto sequestro dagli agenti del Commissariato di P.S. di Co-Ro, ha suscitato polemiche tanto da far intervenire al riguardo una della maggiori organizzazioni animaliste d'Italia
CORIGLIANO-ROSSANO – Molte le domande che ha suscitato tra la popolazione ambientalista, il sequestro del canile abusivo avvenuto nei giorni scorsi a Corigliano-Rossano, da parte degli agenti del commissariato della Polizia di Stato (ne abbiamo parlato quì).
In effetti il randagismo è un problema che risulta da parte degli enti amministrativi a volte difficile da gestire, così come risulta, complicato dare assistenza ai nostri amici a 4 zampe nel modo più efficace e in ottemperanza delle leggi che regolano la materia, anche nell’ambito sanitario.
Il sequestro era un atto dovuto per questioni di pubblica sicurezza e rigoroso quanto legittimo rispetto della normativa vigente. In merito interviene anche l’associazione Stop Animal Crimes Italia, ente di denuncia dei crimini a danno degli animali e dell’ambiente, rilasciando delle dichiarazioni puntuali sull’accaduto.
«In attesa dei risvolti amministrativi da parte degli enti preposti e penali della vicenda rispetto cui Stop Animal Crimes Italia ha chiesto accertamenti sul denaro raccolto ed effettivamente utilizzato per gli animali, nell’invitare il comune di Corigliano-Rossano – dichiara il Movimento ambientalista e animalista - che proprio recentemente aveva patrocinato un evento dell’Enpa locale coordinata dal gestore del rifugio, a vigilare sul proprio territorio dove altre sono strutture rifugio abusive come questa sequestrata, denunciamo altresì le migliaia di strutture abusive (chiamati stalli) in tutta Italia dove, anzichè attenersi alle leggi ovvero stimolare gli enti preposti, Sindaci e Asl a progetti contro il randagismo, vigilare sul funzionamento dei servizi pubblici financo denunciare irregolarità, entrare nei canili per fare adottare i cani e gestire rifugi regolari in cui ospitare randagi, finge di lamentarsi di ciò che non funziona, senza però fare nulla, poichè è un “animalismo” che ha creato un sistema emergenziale ossia impegnato esclusivamente alla gestione dei randagi finalizzato spesso al lucro personale, facendo venire meno così la presenza ai sindaci e nei canili ma anzi sostituendosi ad essi».
Chiaramente l’osservatorio di Animal crimes non si ferma solo a registrare gli episodi di maltrattamento verso gli animali, ma mira a colpire l’abusivismo: «È l’interesse economico – affermano dall’ente - dove il reato di maltrattamento è il reato “minore” rispetto a quelli configurabili, che ormai ha preso piede nell’animalismo dove la gestione illecita dei randagi ossia fuori dalle regole normative costituisce ormai non un’attività di volontariato, ma un sistema divenuto redditizio per molti, con la motivazione di curare e ospitare randagi».
Una situazione delicata in cui le indagini delle Forze dell’Ordine, saranno fondamentali per tutelare al meglio gli animali abbandonati e maltrattati.