Incendio automezzi SS106: «La solidarietà non basta. Lo Stato intervenga»
Lavia (Cisl) «Servono uomini e mezzi per presidiare il territorio e per consentire alle imprese di fare il proprio lavoro in sicurezza e libertà»
COSENZA - Ieri, purtroppo, l’ennesimo episodio di criminalità, con l’incendio di tre automezzi della ditta Sposato P & P srl che si trovavano nel cantiere della Starda Statale 106. Un incendio che appare di chiara matrice dolosa, il tentativo delle cosche di imporre il loro predominio sul territorio e il loro controllo su un cantiere che vale oltre 1,3 miliardi, l’opera più importante che si stia realizzando nel Sud in questo momento.
Ma questo non può e non deve essere solo il tempo in cui si esprimono vicinanza e solidarietà, la stessa vicinanza e solidarietà che in questi mesi stiamo esprimendo troppe volte di fronte agli atti intimidatori che si stanno verificando su un territorio vittima di una escalation criminale. E non può e non deve essere solo il tempo di qualche fiaccolata, degli appelli alla reazione della società civile. Perché la società civile, la popolazione, sta dalla parte della legalità. È il tempo della reazione forte, determinata e vigorosa dello Stato. Non si può assistere a tutto quello che sta avvenendo, agli incendi quotidiani, ai colpi inferti alle imprese che non si piegano. La reazione dello Stato passa necessariamente attraverso un potenziamento degli organici delle forze dell’ordine.
Giuseppe Lavia, Segretario generale Cisl Cosenza: «Servono uomini e mezzi per presidiare il territorio e per consentire alle imprese di fare il proprio lavoro in sicurezza e libertà. Serve una risposta strutturale, non emergenziale, come può essere l’invio dell’esercito. Non ci sono più alibi, serve proteggere un’opera simbolo ed un territorio che prova a costruire il suo futuro».
(Fonte comunicato stampa)