Il primo festival della Cipolla bianca di Castrovillari è un tripudio di sapori
L'assessore Nicola Di Gerio rilancia l'impegno per far ripartire la produzione di questa specificità: «Ora serve aumentare la produzione»
CASTROVILLARI - Far diventare la Cipolla Bianca di Castrovillari una identità alimentare capace di conquistare i mercati regionali, prima, e nazionali ed internazionali poi, trasformandolo in un attrattore capace di generare economia sostenibile. Il Festival della Cipolla bianca, celebrato lo scorso fine settimana con un successo di pubblico per la sua prima edizione, è la conferma che la strada intrapresa è quella giusta e che si può e si deve continuare a rafforzare la comunità e la valorizzazione dell'ecotipo locale.
«Sono convinto che ora il passo successivo è ampliare la superfice di produzione, estendendo i sette ettari attualmente impegnati dalla presenza della Cipolla Bianca di Castrovillari, e aumentare la quantità di prodotto da immettere sul mercato» ha dichiarato Nicola Di Gerio, vicesindaco e assessore alle attività produttive del comune di Castrovillari. E' lui che insieme ai produttori e il contributo tecnico dell'Arsac ha costruito la rete che oggi è protagonista della ripartenza di questa gemma alimentare conosciuta fin dagli anni '70 e sulla quale l'amministrazione vuole investire per farla diventare un presidio alimentare capace di parlare di Castrovillari su larga scala.
Ad oggi circa venti produttori hanno aderito alla De.Co. voluta dal comune di Castrovillari con un marchio registrato presso il Ministero dello Sviluppo economico, che sta già rafforzando la sua presenza sul territorio e nel corso del Festival della cipolla ha interagito con gli chef che devono diventare gli ambasciatori di questo prodotto.
I piatti proposti da Gaetano Alia, Pierluigi Vacca, Celestino Mauro, Luigi Ammirati, Pino Barbino, Daniele Viola, Rocco Iannì e Salvatore Murano hanno riscontrato il gradimento del pubblico che in massa ha affollato la parte bassa di corso Garibaldi, dove abitualmente si svolge il mercato ortofrutticolo giornaliero. «Un segno della grande attesa e attenzione che abbiamo realizzato verso questo prodotto identitario della nostra cucina popolare e che ora deve essere rafforzata con un'azione continua di esposizione mediatica, attraverso nuove strategie di comunicazione che metteremo in campo con i professionisti del settore e gli chef. I produttori - ha aggiunto Di Gerio - dal canto loro dovranno rafforzare la rete territoriale e moltiplicare i 1500 quintali oggi prodotti, per costruire un modello sostenibile e praticabile di economia locale che sfidi i mercati nazionali e si imponga al pari di altre identità calabresi, ormai conosciute in tutto il mondo».