Negato il diritto alla mobilità, Lampare: «Tornare in Calabria per Natale è un lusso»
Il gruppo politico di Cariati sottolinea che «ai costi insostenibili dei trasporti si sommano i cantieri ferroviari interminabili e la qualità precaria della Statale 106. Qui il diritto alla mobilità è negato anche da infrastrutture dimenticate e insicure»
CARIATI - Tornare a casa per le feste è sempre più costoso. Treni, aerei e autobus registrano rincari che rendono il rientro in regione un vero e proprio lusso per migliaia di famiglie e fuorisede . A commentare il fenomeno è il movimento politico Le Lampare Basso JonioCosentino, che scrive: «Il Natale 2025 ha mostrato ancora una volta la ferita del caro-biglietti: voli oltre i 400–800 €, treni sopra i 190 €, autobus e carburanti alle stelle. Tornare in Calabria è diventato un lusso. Non è stagionalità, è speculazione. È la negazione del diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione».
«I calabresi fuori sede sono ostaggi di tariffe insostenibili. La mobilità è un diritto, non un privilegio. Il caro-biglietti colpisce tutti, ma per territori come Cariati e il Basso Jonio Cosentino la situazione è ancora più grave. Ai costi insostenibili dei trasporti si sommano i cantieri ferroviari interminabili e la qualità precaria della Statale 106, che rendono la mobilità un percorso ad ostacoli. Qui il diritto alla mobilità non è solo negato dalle tariffe, ma anche da infrastrutture dimenticate e insicure».
«Le istituzioni, partendo dal Presidente di Regione Occhiuto, devono garantire accessibilità e giustizia sociale, non lasciare i cittadini in balia del mercato. Il caro-biglietti è un attacco alla dignità dei meridionali e la prova di un'Italia che divide i suoi figli tra chi può tornare e chi resta lontano».
«Salvini, il ministro competente, invece di occuparsi seriamente delle sue responsabilità, preferisce inseguire le telecamere e ripetere i suoi soliti stupidi elenchi, mentre i cittadini restano senza risposte. Non meno gravi sono le responsabilità della classe politica locale, troppo spesso indifferente e silenziosa di fronte a un tema che riguarda la dignità e i diritti fondamentali dei cittadini».
«L'inerzia e la superficialità di chi dovrebbe rappresentare il territorio aggravano l'isolamento e la marginalità. Lo ribadiamo: i cittadini hanno diritto alla mobilità, prima ancora che come consumatori da sfruttare, come persone» concludono.