13 ore fa:SP 169 Lauropoli–Sibari, Italia Viva: «Una babele istituzionale che rischia di scaricarsi sui lavoratori»
9 ore fa:Giovani schiacciati dal mal di vivere e anziani che muoiono soli: nella Calabria del nord-est aumentano i drammi umani
10 ore fa:Incidente stradale a Corigliano-Rossano, coinvolta un’auto della Polizia Municipale
17 ore fa:Droga nel centro storico, assolto trentenne rossanese
16 ore fa:Maltempo su Rossano, notte di interventi per i Vigili del Fuoco: salvati quattro giovani dal sottopasso allagato
16 ore fa: Dalla trasformazione della liquirizia all’intelligenza artificiale
11 ore fa:Sinergia tra territorio e istituzioni: da Cariati parte un nuovo percorso politico condiviso
14 ore fa:La gestione felice del bilancio comunale: Lucisano mette sotto accusa l'amministrazione Stasi
9 ore fa:USC Corigliano–Amantea 4-0: tripletta di Lentini e belle segnature, il pubblico applaude
15 ore fa:Contro la scuola del merito: dalle classifiche sugli istituti alle derive educative

Il Pnrr, le opportunità, l'idrogeno: Co-Ro (e la Calabria) ha perso un'occasione favolosa

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – È notizia di qualche giorno fa, la firma del pacchetto di protocolli di intesa sui “progetti bandiera” in cui sono coinvolte cinque regioni, per ciò che riguarda i fondi Pnrr sulla Transizione ecologica, che puntano a trasformare vecchi siti industriali dismessi, in un indotto di energie rinnovabili.

Obiettivo di tali progetti è anche il rilancio economico dei territori coinvolti, partendo soprattutto dalla produzione dell’idrogeno.

Le regioni interessate sono Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia in cui si creeranno veri e propri “distretti per l’idrogeno”. «Due i target da raggiungere – afferma il ministro Cingolani - un primo a scadenza nel 2023, identificare le zone industriali dismesse in cui costruire e poi, uno a più lungo termine, produrre meno di 3 tonnellate di anidride carbonica per tonnellata di gas e arrivare nel 2026 tra 1 e 5 megawatt di potenza totale».

Investimenti pari a 4,3 miliardi di euro con la benedizione di Mario Draghi. Ci viene da pensare con un velo di tristezza che, per la Calabria poteva essere una grande opportunità di rilancio, visto che uno dei motivi pe cui le 5 regioni sono state scelte, come la stessa Basilicata, per esempio, è quello di “incentivare il protagonismo territoriale”.

Bene per la confinante Lucania e anche per la Puglia ma, di siti industriali dismessi sul territorio calabrese ce ne sono tantissimi, basta farsi qualche chilometro nell’area urbana di Co-Ro e vedere spiccare verso il cielo, le torri della centrale Enel. Solo per dirne una.

Quasi che il titolo del romanzo di Levi, “Cristo si è fermato a Eboli”, possa essere tranquillamente cambiato in Cristo non si ferma in Calabria, perché dagli ultimi accadimenti economico-finanziari di questi ultimi mesi, sembra che proprio la Calabria, sia completamente esclusa dall’attenzione del Governo nazionale, anzi, si ha la sensazione di essere diventati del tutto trasparenti.

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive