Bruno, da Co-Ro a New York per partecipare al programma Onu: “L’ambasciatore del futuro”
«Questa esperienza ha rafforzato in me il desiderio di intraprendere la carriera diplomatica». Lo studente del Liceo Scientifico rossanese ha lavorato nella Commission for Social Development
CORIGLIANO-ROSSANO – Si chiama Bruno Spagnuolo, studente della classe quinta C del Liceo Scientifico, di ritorno da New York dopo una bella esperienza all'ONU. Riportiamo di seguito la sua testimonianza.
«Il 14 marzo – scrive - sono partito per New York con l’associazione World Students Connection per una simulazione, in lingua inglese, dei lavori di una commissione ONU. A dire il vero questa è la seconda volta che partecipo a questo programma, chiamato New York Young UN “L’ambasciatore del futuro”».
«La prima esperienza – racconta - l’ho avuta nell’estate del 2019 ed è stata indimenticabile, anche perché l’attività si è svolta nel palazzo di vetro del quartier generale delle Nazioni Unite, per cui ho deciso di riprovarci per raggiungere risultati migliori. Dopo aver svolto un colloquio in lingua inglese e aver seguito delle lezioni formative, riguardanti politica internazionale e la strutturazione della simulazione, sono potuto partire. Durante il mio soggiorno ho lavorato nella commissione CSocD (Commission for Social Development), che si occupa di sviluppo sociale».
«In particolare, - spiega - ho rappresentato, insieme a un compagno, la Repubblica Democratica del Congo e in sede di commissione si è discusso di due argomenti molto importanti a livello globale ma anche estremamente attuali: garantire la distribuzione equa di vaccini e attrezzature mediche e affrontare la questione della detenzione di massa degli uiguri nello Xinjiang. I lavori sono terminati con l’approvazione per votazione di una risoluzione stilata dai delegati stessi».
«È stato incredibilmente interessante relazionarsi non solo con altri italiani provenienti da tutto il Bel Paese, ma anche con persone provenienti da tutto il mondo. Questo viaggio è stato bellissimo, divertente e impegnativo perché dibattere con individui dalla mentalità culturalmente diversa dalla propria è sicuramente una sfida, che si fa ancora più difficile dato che era necessario esprimersi in lingua inglese. Questa esperienza ha sicuramente rafforzato in me il desiderio di intraprendere la carriera diplomatica» conclude.
E noi gli auguriamo che questo suo sogno possa realizzarsi.