Sviluppo della moda sostenibile con la filiera della ginestra calabrese
Vincenzo Gallo, che da anni si occupa del progetto, illustra il potenziale enorme di una risorsa unica della regione Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO - «Gli sviluppi della guerra in Ucraina avranno un impatto su tutti i mercati che sono imprevedibili. In queste ultime settimane sto registrando però un interesse crescente per il rilancio della filiera della ginestra e in generale per l'utilizzo di fibre vegetali nel settore della moda sostenibile, sia in Calabria e sia in altre regioni, da parte di grandi gruppi, piccole-medie imprese e startup».
Lo afferma Vincenzo Gallo, che da più di vent’anni segue lo sviluppo della filiera della ginestra nella regione.
«Più soggetti intendono impegnarsi nello sviluppo di nuovi impianti tra loro alternativi e mi auguro che dopo 80 anni si riesca a rilanciare una filiera nella quale nel 1942 operavano in Italia oltre 60 impianti di sfibratura, di cui 15 in Calabria – continua Gallo - da sottolineare che il rilancio della filiera della ginestra in Calabria è stato proposto nel 1999 anche dal centro ricerche Fiat alla Comunità montana con sede a Paola, nell'ambito del progetto Investire nella Riviera dei Cedri che ho proposto e coordinato. La Fiat era ed è interessata insieme a tutte gli altri produttori a realizzare auto più leggere e riciclabili, sostituendo le fibre di vetro con fibre vegetali all'interno delle componenti in plastica utilizzate. A tal fine la Comunità montana ha stipulato un accordo di collaborazione con l'Unical nel 2002 per portare avanti congiuntamente il progetto ginestra».
«Nel sistema moda c'è grande attenzione per l'utilizzo di fibre naturali ecosostenibili. Nell'Europa del nord la superficie coltivata a lino che fino a qualche anno fa era pari a 70 mila ettari è aumentata ulteriormente negli ultimi anni, ma coltivazioni sperimentali di lino e di cotone biologico, oltre che di canapa e di altre fibre, sono state avviate di recente anche in Itali – dichiara Vincenzo Gallo - non a caso un grande gruppo della moda come Fendi ha fatto realizzare artigianalmente in Calabria delle piccole borse di ginestra. Inoltre grandi gruppi ma anche PMI del settore moda si stanno mobilitando in più regioni italiane per realizzare nuovi impianti per estrarre anche autonomamente fibre naturali da più piante».
«In Calabria dal 2004 sono state avviate più iniziative non solo da parte dell'Unical/CRF e sono stati depositati alcuni brevetti, realizzando in alcuni casi anche alcuni piccoli impianti pilota dimostrativi, che non sono riusciti finora a superare la fase di ricerca industriale e passare alla fase produttiva - afferma Gallo - avendo seguito gli sviluppi della filiera della ginestra ininterrottamente dal 1999, prima per la Comunità Montana con sede a Paola o poi per il parco scientifico e l'Unical fino al 2021, mi auguro che soggetti pubblici e privati calabresi possano continuare a svolgere un ruolo da protagonista in Italia e che si riesca a valorizzare e sviluppare le varie sperimentazioni effettuate, che costituiscono comunque un patrimonio, anche se la fase industriale non mi sembra raggiungibile a breve».
«Spero però – conclude - che ci possano essere almeno nel medio periodo ricadute produttive ed occupazionali, anche con il supporto di startup, altre imprese e fondi di investimento, e non solo nuove pubblicazioni scientifiche e brevetti».