Cala il pescato anche a Schiavonea, pescherecci alla fonda: «400euro di gasolio per un pieno»
Ignazio Gentile ci parla del momento difficile che sta attraversando la marineria più grande della Calabria schiacciata dal caro gasolio e dalla noncuranza di tutti verso un patrimonio del nostro territorio
CORIGLIANO-ROSSANO – Un pomeriggio in cui si sente arrivare la primavera, enfatizzato dall’odore del mare, qui al porto di Corigliano, è difficile non sentire l’appartenenza a questo territorio.
Incontriamo il presidente delle due cooperative di riferimento della categoria pescatori, la Sibari Pesca e La Bussola, Ignazio Gentile, purtroppo non per questioni positive, ma per la mobilitazione che si è creata nel settore della pesca in queste ultime settimane, in cui il caro-gasolio ha esasperato gli animi degli operatori di settore, già al limite.
Un limite che, come ci spiega Gentile, che non si può più vivere in silenzio: «Siamo alle prese con una crisi che ci ha obbligato a diminuire drasticamente le uscite, da gennaio solo 16, dovute nelle prime settimane dell’anno nuovo al maltempo, di seguito invece al rincaro del gasolio che ci costa da 1/1,20 euro al litro, rispetto ai 50 centesimi dell’anno passato. Considerando che ogni imbarcazione per partire spende 400 euro di pieno carburante, con un pescato che si aggira mediamente intorno alle 700 euro, togliendo le spese di equipaggio e manutenzione ordinaria, ciò che rimane nelle tasche dei pescatori è quasi nulla».
Mentre rientrano le tre barche uscite la mattina prestissimo, Ignazio Gentile continua a spiegarci: «La flotta di Corigliano-Rossano è la più grande della Calabria jonica, più di trenta imbarcazioni, con i rispettivi equipaggi, fanno sì che più di cento famiglie si trovino in una situazione precaria, il governo – continua il presidente delle cooperative – sta varando un decreto che assegnerà al settore 15 milioni di euro che divisi per gli operatori in tutta Italia, attribuisce un sostegno di circa 2.000 euro ciascuno. Considerando già solo il costo del gasolio direi che l’intervento è irrisorio. Ci fa ben sperare la Regione Calabria che si è attivata per ottenere i fondi europei».
La preoccupazione di Gentile per i suoi consociati sicuramente non si placa, proveniente da una famiglia di pescatori da almeno tre generazioni, afferma che servirebbero nuovi operatori da impiegare, ma adesso, essendo quasi tutti in difficoltà, i pescherecci non escono tutti i giorni, perché le spese a volte non vengono coperte dal guadagno.
Ricordiamo che la categoria usufruisce del gasolio sgravato dalle accise, ma come afferma Gentile: «Anche in tempo di guerra, il gasolio per noi è arrivato ad un costo massimo di 70 centesimi di euro».
Assistiamo anche all’asta del mercato ittico, in cui le tre barche della marineria uscite all’una di notte, hanno fatto confluire il pescato per venderlo. Uno spettacolo suggestivo, un ambiente dove davvero si respira il legame che parte di questo territorio ha con il mare, indissolubile, forte. Lo si legge negli occhi di queste persone, che nonostante il momento difficile attraversato dal settore, restano fieri e determinati a non lasciare andare via un pezzo della storia di tutti.