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Centro storico di Rossano al degrado: situazione sempre «più indecente ed insostenibile»

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CORIGLIANO-ROSSANO - Diventa sempre più indecente, insostenibile ed inaccettabile il livello di degrado sociale ed ambientale in via/Camara Cerasaro, nel quartiere di Porta dell’Acqua, nel cuore del centro storico di Rossano, a poche centinaia di metri da una delle sedi municipali, dalla locale stazione dei Carabinieri e dalla Polizia Municipale.

Nonostante si sia entrati nel quarto anno consecutivo di denunce pubbliche e circostanziate destinate a tutte le autorità competenti, in primis all’Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano, la situazione resta di totale pericolo sanitario e di incolumità pubblica sia per gli immobili andati a fuoco e mai messi in sicurezza, sia per le certificate condizioni di inciviltà e insalubrità in cui vengono tenuti quelli abitati e/o occupati senza titolo. Si è arrivati ormai ad una condizione di assoluta invivibilità da parte dei residenti che – come è documentato nella foto di stamani lunedì 14 marzo allegata – non riescono neppure a transitare su quella strada a causa della fuoriuscita costante di inerti dalla discarica abusiva che viene usata e ricostituita, sistematicamente ed impunemente dal giugno del 2019.

È quanto continua a denunciare pubblicamente l’avvocato Lenin Montesanto, ribadendo l’assoluta latitanza dell’istituzione pubblica locale, del tutto indifferente ed assente sia quale prima e massima autorità sanitaria rispetto ad un quadro di gravissimo abbandono e rischio igienico-ambientale; sia per tutto ciò che concerne il necessario presidio dei servizi sociali comunali, oggettivamente incapaci o inesistenti di fronte ad evidenti situazioni di bisogno socio-assistenziale o di altra natura. Sulla vicenda, tanto nota quanto immutata ed anzi aggravatasi, da quasi un anno ormai pende anche una denuncia alla Procura della Repubblica per inerzia e omissione dell’ente pubblico e del Sindaco che, al netto delle eventuali responsabilità penali che ci auguriamo vengano presto accertate, costringe di fatto quanti ancora scelgono di vivere ed investire nel centro storico purtroppo ad abbandonarlo.

Allo stesso tempo, continuiamo a rivolgere un appello a tutte le autorità competenti ed alle forze dell’ordine affinché venga accertato con urgenza lo stato di totale illegalità diffusa in cui versa il quartiere di Via/Camara Cerasaro, del quale si rinnova una sintesi non esaustiva: cani randagi in evidente stato di cattività/aggressività e senza alcun rispetto delle norme igienico-sanitarie, già documentato nelle citate denunce e verificabile anche dall’esterno; una discarica abusiva in uno degli immobili andato a fuoco nel giugno del 2019 e parzialmente occupato abusivamente, violando sigilli apposti a seguito dell’incendio del 2019 e poi spariti; liquami di tipo fognario e di altra natura quotidianamente riversati sulla pubblica via che, in aggiunta agli inerti scaricati dalla discarica abusiva, letteralmente impediscono di passare e raggiungere la propria abitazione ai denuncianti;

Gli odori nauseabondi quotidiani provenienti dagli immobili sottostanti che impediscono perfino di aprire le finestre e di affacciarsi all’aria aperta; il più volte denunciato furto di energia elettrica dalle reti pubbliche (o private) assieme all’evidente mancato rispetto dei requisiti minimi di abitabilità degli immobili in questione da parte degli eventuali residenti e/o occupanti ed alla non conformità degli impianti, a partire da quello fognario e dei servizi in genere; le più che evidenti condizioni di disagio sociale e psicologico, non supportate dalla necessaria assistenza da parte dei servizi sociali comunali che disertano perfino l’ingresso nelle abitazioni in questione; condizioni ai limiti della civiltà con molta probabilità aggravate da sospetta distrazione di risorse economiche comunque derivanti da sussidi e redditi di cittadinanza di dubbia legittimità.

 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia