A Castrovillari la mostra tutta al femminile “Memoria Migrante”
Il Castello Aragonese dal 21 marzo al 4 aprile accoglierà la mostra organizzata da Raffaella Arena nell’ambito di lingua migrante, progetto cofinanziato dall'UE
CASTROVILLARI - Quando l’opera dell’ospitalità, anche “raccolta” dall’obiettivo, diviene testimonianza di abbraccio all’altro. In occasione della XVIII settimana contro il razzismo indetta dall’Unar, che si tiene dal 15 al 21 marzo, l’amministrazione comunale di Castrovillari ha inteso ospitare, dal 21 marzo al 4 aprile, negli ambienti espositivi del Castello Aragonese, la mostra fotografica "Memoria Migrante" di Raffaella Arena, a cura della Cooperativa csc credito senza confini, nata nell’ambito del progetto Fami Lingua Migrante2, co-finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno e gestito dall’ associazione in partenariato con la fraternità Giovanni Paolo II e il Comune di Cassano Jonio.
Questa verrà inaugurata lunedì, alle ore 17, preceduta da un confronto, tra testimonianze, letture e approfondimenti con l’autrice e le donne protagoniste della mostra su ciò che ci sta offrendo questo Tempo, proprio in materia di Esodo alle varie latitudini e cosa significa, per donne e uomini in fuga dai propri Paesi, l’accoglienza e l’integrazione nel Paese che li ospita. Per l’occasione parteciperanno pure i beneficiari e gli operatori del Sai di Castrovillari, guidato dal Cidis Onlus.
Lo rende noto, per l’amministrazione Lo Polito, il presidente della terza commissione consiliare, Giuseppe Russo, ricordando, tra l’altro, che l’iniziativa avviene ed è stata pensata, anche, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che rilancia ruolo e funzione della Giornata per l’abolizione delle discriminazioni razziali.
«La mostra - afferma Russo -, che potrà essere visitata dal lunedì al venerdì , dalle ore 9,30 alle ore 12,30, ed i pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15 alle ore 18, dopo la significativa esperienza vissuta a Cosenza, si presenta, nel capoluogo del Pollino, con importanti immagini perché non si finisce mai di apprendere che momenti culturali del genere sono educazione all’umano grazie a quelle percezioni originali dell’animo che fanno riflettere, educando. Con l’opera di scatti attenti quanto pregni di significato e messaggi, l'esposizione fissa situazioni tra le quali è sottilmente avvertibile un sorprendente “detonatore” chiamato cuore: fatto di desiderio d’incontro, che fa breccia e suscita l’io per comprendere volti, nomi e storie che la cultura dello scarto emargina, discrimina, minacciando la dignità della persona. Ecco perché il valore di un istante così».
«Le foto - ricordano, poi, gli organizzatori, impegnati da circa 20 anni nel promuovere la cultura inclusiva e sensibilizzare per la parità dei diritti delle persone straniere, portando all’attenzione dell’opinione pubblica le discriminazioni di cui spesso queste sono vittime - rispecchiano e ritraggono il fenomeno delle migrazioni al femminile, una realtà in continuo mutamento che porta con sé nuove trasformazioni nei luoghi di accoglienza. Una migrazione che può in qualche modo favorire l’uguaglianza di genere lì dove promuove il miglioramento economico e sociale delle migranti, come pure accrescere la vulnerabilità ed esporre le donne migranti al rischio di discriminazioni e violenze. Attraverso proprio un racconto, per immagini, l’esposizione propone la storia di quattro donne che vivono a Castrovillari le quali hanno affrontato la migrazione».
«La migrazione - viene definito - non è altro che un viaggio alla fine del quale, nonostante le difficoltà, si trova il coraggio di dire “vivo nel luogo in cui mi sento a casa”. Floriana, Gloria, Janet e Yumi, nate e cresciute in altri Paesi (Giappone, Nigeria, Romania e Messico) si raccontano, così, attraverso l’obiettivo della fotografa e rivelano esperienze e passioni, sogni e quotidianità». Un’opportunità da non perdere per comprendere di più le condizioni di migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre, povertà e vessazioni.