La custodia del creato al centro del convegno annuale del Movimento per la Vita
"Coltivare l'alleanza tra persona, ambiente e mercato" questi i temi del dibattito con al centro diverse personalità del mondo accademico ed ecclesiastico
CORIGLIANO-ROSSANO - In occasione del convegno annuale del "Movimento per la Vita" il tema scelto come oggetto di discussione è sulla custodia del creato: "Coltivare l’alleanza tra persona ambiente e mercato".
Dopo i saluti dell'Arcivescovo di Rossano-Cariati, Maurizio Aloise, e del presidente del MPV Natale Bruno, nella veste di coordinatore e moderatore dei lavori, che saranno introdotti da Aquilina Sergio (docente di Teologia Morale Speciale Vita Fisica/Bioetica). La stessa che in qualità di responsabile della Commissione di biogiuridica si soffermerà sulla teologia del creato come vocazione del custodire.
Lo spunto che dà avvio a questo convegno prende le mosse dalla lettura dell’Enciclica del Santo Padre Laudato sì. Lo spirito che pervade l’Enciclica è l’istanza della cura che, mai come in questo particolare momento che il mondo vive è senza dubbio di vasta portata invitando ad un profondo rinnovamento dei comportamenti personali e comunitari, così come ad una trasformazione dell’economia, della società e degli stessi orizzonti culturali, questo aspetto sarà il punctum crucis dell’intervento di Don Antonio Martello dal titolo, "Lo stile della conversione integrale nella laudato si’.
«L’umanità è entrata in una nuova era .- si legge nella nota diramata dal Movimento per la Vita - in cui la potenza tecnologica ha raggiunto livelli enormi, che se da una parte apre all’uomo ampie possibilità, dall’altra spesso sembra che l’uomo moderno non conosca limiti, è come se egli non sia stato educato al retto uso della potenza, ciò dovuto al fatto che l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori, la coscienza. Ed allora dobbiamo promuovere quella “spiritualità ecologica” di cui parla Papa Francesco, che va oltre il rapporto antropocentrico arrogante con la natura e ci invita a riconoscere con umiltà che dobbiamo essere minori e soggetti a tutti, compresa la creazione, subditi omnibus, secondo le parole di san Francesco, sarà l’intervento di Luca Parisoli (Docente Ordinario di Storia della filosofia medievale - Dipartimento di Studi Umanistici- Unical) a disegnare l’approccio francescano alla relazione con il creato. Non ci può essere ecologia senza una adeguata antropologia, questa nuova relazione di rispetto, meraviglia, stupore e gratitudine dovrebbe essere il fondamento di questo nuovo rapporto. Dobbiamo custodire in forma chiara e nitida la realtà della presenza e dell’opera di Cristo, facendo in modo che tutto concorra a mettere in risalto il primato del mistero della salvezza che viene celebrato, questo aspetto sarà analizzato da Don Antonello Gatto ( Docente di Teologia dogmatica Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale- Istituto Teologico Cosentino “Redemptoris Custos”- e ISSR San Francesco di Sales – Rende – Cs) che si soffermerà su Lo sguardo di Gesù sul creato: l’incarnazione come accadimento cosmico. Ed allora occorre, dunque, assumere ad archè, l’inviolabilità della vita umana dal suo inizio fino alla morte naturale come conditio sine qua non, per la continuità della vita della specie. Se riflettiamo paradossalmente, proprio il progresso scientifico, che mira a conferire all’uomo una migliore qualità di vita, può tragicamente insidiare la vita stessa. Oggi, questo grido di allarme, sembra quanto mai attuale. La sfida rivolta all’uomo del terzo millennio, quindi, è quella di un recupero dell’umanità, che, sarà possibile solo attraverso il dialogo, la solidarietà l’ascolto e l’incontro con l’altro».