Castrovillari, nelle scuole rivive la "Corajisima": Nel ricordo di tradizioni, riti e memorie
Il "Laboratorio sulla Corajisima", grazie all'associazione culturale Mystica Calabria ha portato nelle scuole l'antica memoria della curiosa pupattola di pezza che un tempo veniva appesa davanti agli usci delle case il Mercoledì delle Ceneri
CASTROVILLARI - Rinnovare la tradizione popolare e divulgarla nelle scuole come arricchimento del patrimonio culturale per le giovani generazioni. È stato questo l'obiettivo del "Laboratorio sulla Corajisima", ideato e organizzato dall'associazione culturale Mystica Calabria.
In un territorio quale quello calabrese, ricca antichissime tradizioni e memorie, alcuni riti di particolare importanza ma che rischiano di andare perduti meritano di essere recuperati, conosciuti, spiegati, riscoperti e valorizzati. È proprio il caso della Corajisima, una curiosa pupattola di pezza che un tempo lontanissimo veniva appesa davanti agli usci delle case o sui balconi e sulle finestre il Mercoledì delle Ceneri.
L’attività laboratoriale, indirizzata principalmente a docenti e operatori culturali, ma anche appassionati, si è svolta Domenica 20 febbraio 2022 e ha visto la partecipazione di alcune docenti dell'Ipsia "Leonardo Da Vinci" e dell' Ipseoa "Karol Woytjla" di Castrovillari particolarmente interessate a promuovere e rilanciare presso le loro scuole l'attività di realizzazione della pupattola segnatempo legata al mondo femminile, alla tessitura e filatura, ma anche al mondo del cibo contadino, dei piatti tipici e della tavola quaresimale.
Durante il laboratorio, completamente gratuito e a numero limitato nel rispetto delle normative anticovid 19, le partecipanti si sono esercitate intorno a un grande tavolo per condividere la tecnica e i materiali specifici e rivivere una pratica ormai desueta da trasmettere, ove possibile, alle nuove generazioni. Per secoli le donne calabresi hanno creato la Corajisima interamente a mano, seguendo un rituale molto preciso e davvero particolare tramandato oralmente, a seconda dei paesi.
Essa simboleggiava lo scorrere del tempo e dei quaranta giorni di penitenza, di astinenza e di purificazione della Quaresima, ma anche il lavoro femminile quotidiano ed era infine una sorta di calendario, anche se la tradizione folklorica la vuole moglie o sorella di Carnevale, simbolo di sobrietà e austerità dopo i bagordi carnascialeschi.
La Corajisima ha origini antichissime che risalgono alla Magna Grecia e che sono legate alle usanze pagane del culto di Dioniso e di Persèfone, ma anche al ciclo delle stagioni e al risveglio della natura con la primavera e quindi, per la religione cristiana, al periodo di quaresima che precede la Pasqua. Esporre la Corajisima significava, dunque, aderire alle restrizioni imposte dalla Quaresima e ricordarlo, quotidianamente, anche ai passanti.