Martilotti: «Gli annunci roboanti non servono. Nella campagna elettorale lasciate in pace i pescatori»
Il “Comitato Pescatori Calabria”: «Per sostenere il settore pesca e far rotta verso il futuro servono programmi regionali partecipati»
CORIGLIANO-ROSSANO - «In questa campagna elettorale per l’elezione del Presidente e del Consiglio regionale della Calabria, come Comitato Pescatori ci rivolgiamo a tutti i candidati, ma anche a partiti e movimenti politici: per favore lasciate stare in pace i pescatori, evitate di strumentalizzare vicende “paradossali” che, come è noto ormai a tutti, sono esplose, a nostro avviso, per una gestione non molto in linea con i buon senso e la PCP. E così a importanti strumenti e rilevanti risorse finanziarie dei Programmi UE Pesca non corrispondono, così a noi sembra, risultati incoraggianti per accompagnare la trasformazione in atto del settore in un momento di grande difficoltà, non solo per l’emergenza sanitaria da covid-19, ma anche per una crisi strutturale del settore che spesso è legata a fenomeni di carattere locale aggravata dalla mancanza di una programmazione regionale triennale che dovrebbe essere obbligatoria e in linea con quella nazionale. In particolare, la carenza di servizi pesca nelle varie marinerie, dagli approdi pesca ai numerosi punti di sbarco non regolamentati lungo i due litorali regionali; reti distributive e di prima commercializzazione obsolete con l’aggravante del mancato decollo di strutture di prima commercializzazione realizzate con fondi UE».
È quanto scrive in una nota stampa Salvatore Martilotti del “Comitato Pescatori Calabria”.
«Lo scenario diventa più preoccupante per nessuna OP dei pescatori (Organizzazione di Produttori) in Calabria. E poi che dire – continua Salvatore Martilotti - della mancata realizzazione di una rete di “Mercatini ittici al consumo” che dovrebbero valorizzare il “Prodotto ittico locale” sbarcato dai pescatori della pesca artigianale che, vogliamo ricordarlo, rappresentano circa il 70% della flotta regionale e i due terzi degli occupati della pesca marittima? I ritardi e le carenze strutturali generano disorganizzazione e perdita del valore aggiunto per le micro-imprese dei pescatori delle nostre Comunità costiere».
«Ovviamente – aggiunge - questo dato non sorprende. Infatti, la carenza di una programmazione regionale triennale e il mancato decollo della legge regionale di settore, la n.27/2004, hanno contribuito ad aggravare la crisi. Per il governo del settore, in vista degli scenari futuri, a questo punto non è più rinviabile il decollo della legge regionale di settore che dovrebbe rappresentare la sovrastruttura per governare la specificità della pesca calabrese coordinando tutti gli interventi a partire da quelli della UE, insieme al Programma triennale nazionale compreso il decollo di una programmazione regionale. Al di là delle passerelle elettorali, alla data odierna, così sembra, alla quasi conclusione della programmazione UE 2014/2020 registriamo nessun dato ufficiale che parli di sviluppo realizzato e di nuova occupazione creata con questi strategici strumenti di gestione. Come previsto dal P.O. sono stati raggiunti risultati realizzati con la diversificazione e l’innovazione in modalità inter-settoriale? Hanno prodotto risultati significativi per lo sviluppo e l’occupazione? Con i soli annunci roboanti non si crea sviluppo e occupazione, ma solo clientelismo e sottosviluppo».
«Chi si candida alla guida della nostra Regione e chi chiede di far parte del Consiglio regionale, a nostro parere, dovrebbe essere chiaro su programmi e interventi concreti che si intenderanno realizzare. Pertanto, per dare risposte alla crisi del settore pesca, ed in particolare alla pesca artigianale, non servono parate e false ricette di chi, forse inconsapevolmente per una cronica disattenzione, ha contribuito al “disastro” del settore. Al contrario, per invertire rotta e arrestare il declino, - conclude Salvatore Martilotti - dobbiamo recuperare un rapporto virtuoso con il mare, valorizzarlo come risorsa non solo balneare e turistica, ma anche produttiva. Per i pescatori e le loro imprese di pesca è una questione primaria considerata la tradizione e il peso specifico dell’economia ittica, nell’ambito delle Comunità costiere dello ionio e del tirreno, in termini di produzione di reddito e tasso di occupazione. Ed è per questo che diventano strategici gli strumenti dell’Unione europea pesca e le politiche regionali con una programmazione, in sintonia con quella nazionale, a sostegno della pesca calabrese per invertire veramente rotta, ma con una gestione condivisa con pescatori, comuni costieri e associazioni di settore per far rotta verso il futuro».