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Contro i matrimoni combinati e il traffico di organi la regione stanzia più di un milione di euro

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CATANZARO - Altre risorse per un progetto che così potrà continuare, a tutela dei diritti civili.

La Regione Calabria ha ottenuto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri fondi pari a 1.066.000 euro per il rifinanziamento del progetto “Incipit” (Iniziativa Calabra per l’identificazione, protezione e inclusione sociale delle vittime di tratta), nato nel 2016 per offrire risposta alle esigenze di prevenzione, emersione e contrasto al fenomeno della tratta degli esseri umani, riguardante persone di diversa nazionalità sfruttate in differenti ambiti e sovente costrette a vivere in condizioni di subalternità e schiavitù.

È quanto si apprende da un comunicato stampa della Regione Calabria.

«È senz’altro un risultato rilevante - commenta l’assessore regionale al Welfare, Gianluca Gallo - ottenuto grazie al lavoro e alla determinazione del dipartimento Tutela della salute e del settore Immigrazione e Inclusione sociale. Con i fondi ottenuti saremo in grado di portare avanti, insieme alla rete di soggetti pubblici e privati che danni operano in questo contesto, azioni fondamentali per combattere fenomeni come lo sfruttamento sessuale e lavorativo, l’accattonaggio, i matrimoni combinati, il traffico di organi».

«Problematiche e questioni che, spesso e volentieri - osserva l’assessorato -, si intrecciano con lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, rispetto al quale, nel solco del principio di complementarietà, la Regione ha promosso altre due importanti iniziative progettuali, “Supreme Italia” e “Più Supreme”, attraverso una stretta collaborazione con altre quattro regioni del Sud: Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia».

«Avanti, dunque, con Incipit - prosegue la nota -, progetto del quale la Regione Calabria è titolare, alla testa di un gruppo di lavoro composto da sette organizzazioni iscritte al Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore di stranieri immigrati, impegnate sul campo quali soggetti attuatori di misure che vanno dall’identificazione ed emersione delle vittime – tali o potenziali – all’assistenza e protezione finalizzata al reinserimento socio-lavorativo delle stesse, fino al monitoraggio e analisi del fenomeno, spassando per l’accoglienza sia in modalità residenziale sia attraverso la presa in carico territoriale, senza trascurare le attività di sensibilizzazione e formazione».

«L’acuirsi dei fenomeni migratori - conclude Gallo - moltiplica i casi di violenza e sfruttamento, in particolare a danno di donne e minori. Alzare un argine è essenziale, attraverso impegni concreti e misure incisive: nella difficile ma irrinunciabile opera di contrasto all’avanzata dei trafficanti di vite umane, la Calabria fa e continuerà a fare la sua parte».

(fonte foto glistranieri)

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia