“Generazioni e Territorio” partono gli incontri del Movimento per la vita. Il primo ospite è stato Giuseppe Caputo
Una serie di domande e di risposte, proposte dalla Commissione cultura del MpV di Corigliano-Rossano curate da Margherita Carignola. Prossimo appuntamento con Franco Filareto
CORIGLIANO-ROSSANO - La nascente Commissione Cultura del Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano, guidata da Margherita Carignola - tra le donne socialmente più attive e note della comunità rossanese, educatrice ed insegnante stimata, apprezzato assessore alla Cultura nella passata amministrazione Longo -, esordisce con una serie di interviste - scritte e a mo’ di articolo - ad ex amministratori, imprenditori, e a persone che a vario titolo hanno lasciato un proprio contributo al territorio e alle generazioni di Corigliano-Rossano. E lo fa con l'obiettivo di favorire l'incontro generazionale e, di conseguenza, lo sviluppo sia del cittadino sia della comunità: condizione basilare per la Dignità e per la Vita di ogni Persona Umana.
Il primo ospite, che gentilmente si è concesso all'esordiente rubrica della Commissione Cultura, è Giuseppe Caputo: già sindaco rossanese degli anni ‘90, già consigliere regionale; «autentico pilastro della politica e punto di riferimento di generazioni di amministratori, non solo per l'originaria città bizantina, ma per l'intera Calabria, e non solo».
Cosa significa, alla luce della sua esperienza, impegnarsi per – e vivere – la propria comunità? Impegnarsi e vivere la propria comunità, dal punto di vista politico, è quello di trovare soluzioni ai diversi problemi che il cittadino sottopone ed organizzare con lungimiranza interventi per lo sviluppo della città. Sono valori fondamentali per chi decide di vivere e far vivere la città che ha deciso di amministrare, così come un buon padre di famiglia che s’impegna per far vivere ai propri cari la miglior vita possibile.
Il concetto di comunità non deve appiattire e asfaltare l’idea della dignità dell’individuo. Chi è oggi, secondo lei, il cittadino di Corigliano-Rossano? Ad oggi ancora non c’è un'identità comune del cittadino di Corigliano-Rossano. C’è ancora, purtroppo, il cittadino di Corigliano e il cittadino di Rossano. È totalmente assente una visione comune, la fusione è ancora un concetto artificiale su cui la politica deve lavorare ed impegnarsi, per far sì che i cittadini possano sentirsi orgogliosi e parte integrante di questa grande città qual è Corigliano-Rossano.
Torniamo indietro nel tempo. Quale visione ha mosso il suo impegno verso la politica? E, se lei dovesse ricominciare, per che cosa si impegnerebbe oggi? Quello di affrontare e risolvere i tanti problemi dei cittadini, che poi sono sempre i problemi di tutti. La passione e la volontà di fare per rendere migliore la città in cui sono nato e cresciuto e dove ho costruito la mia famiglia. E di soddisfare l'esigenza dei cittadini, che chiedono di vivere in una città pulita, ordinata e rispettosa delle regole. Ad oggi, se dovessi pensare a come intervenire, cercherei di rendere effettivamente unica la città di Corigliano-Rossano, non solo sulla carta, ma cercando di sfruttare tutti i vantaggi che ne possono derivare, ma che ad oggi ancora non si sono visti. Accorciando le distanze tra le due città, sia dal punto di vista amministrativo ed architettonico, sia dal punto di vista sociale e avvicinare le due culture sfruttando le potenzialità di ognuno. È un discorso ampio a cui va dedicato tempo, ma la via maestra da seguire e quella d'incentivare una comunione d'intenti.
L’ospite della prossima intervista sarà il Professor Francesco Filareto.