Saracena, Corte dei Conti accerta la verità dei debiti pregressi: «Ora basta menzogne»
È quanto chiede il sindaco Russo: «La pandemia ha compromesso il piano di rientro da noi promosso. Faremo ricorso per evitare la dichiarazione di dissesto»
SARACANA - La Corte dei Conti della Calabria ha sancito la verità sul disastro economico contabile che riguarda il comune di Saracena. La gestione amministrativa contabile del periodo 2007 – 2017 ha prodotto un disavanzo pari a 1.462.243,87 euro che ora rischia di generare la dichiarazione di dissesto.
Una condizione che l'amministrazione guidata dal sindaco Renzo Russo è pronta ad evitare in tutti i modi per non «far subire ai cittadini, che già stanno pagando a caro prezzo la gestione scellerata di quegli anni, anche l'onta della dichiarazione di dissesto».
Lo afferma Renzo Russo a seguito della comunicazione ricevuta dalla Corte dei Conti della Calabria che ha ritenuto il piano di riequilibrio finanziario presentato dal Comune di Saracena, in base ai risultati raggiunti nel primo anno e mezzo, non sostenibile nel lungo periodo.
I giudici contabili contestano il mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano nel 2020 (il primo anno intero di applicazione del piano e l'anno in cui dovevano vedersi gli effetti delle azioni messe in campo a fine 2019), soprattutto per la mancata riscossione dei tributi in seguito all'emissione delle cartelle esattoriali.
La presentazione del piano è avvenuta nell'estate 2019. Subito dopo aver messo in campo le prime azioni previste siamo stati tutti travolti dalla pandemia ancora in corso e questa ha generato una condizione imprevista ed imprevedibile che ha stravolto completamente le vite di tutti dando un colpo mortale al lavoro ed all'economia.
«Il Governo, - spiega - inoltre, ha disposto la sospensione di tutte le attività di riscossione coattiva dei tributi. Chiederemo, quindi, ai giudici delle sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma, presso la quale presenteremo ricorso, di considerare queste motivazioni che riteniamo non possano essere trascurate dalla Corte per riconsiderare la sua decisione».
Gli obiettivi del piano di rientro formulato con l'ausilio del lavoro coordinato dell'amministrazione comunale, degli uffici, dei consulenti erano «assolutamente raggiungibili se non fosse intervenuta la pandemia che ha di sicuro stravolto I principali parametri di riferimento. Pertanto siamo sicuri di far comprendere ai giudici la nostra posizione e salvaguardare le casse del comune e la dignità della nostra cittadina che ha già pagato un prezzo oneroso per la scellerata condotta amministrativa di chi ci ha preceduto».