Pesca marittima, Martilotti: «C’è molta rassegnazione e confusione. Il settore pesca necessita legalità e moralità»
«Stendiamo un velo pietoso su chi è disposto a tutto. Quando vengono meno legalità e moralità non si va da nessuna parte»
CORIGLIANO-ROSSANO – «È vero, stiamo perdendo importanti appuntamenti per sostenere i piccoli pescatori artigianali e l’economia costiera in questa lunga, grave e interminabile emergenza sanitaria, economica e sociale provocata dal Covid-19».
È quanto dichiara Salvatore Martilotti, presidente del “Comitato Pescatori Calabria”, proseguendo: «Sono chiamati in causa, soprattutto, la gestione di strumenti comunitari pesca che avrebbero dovuto sostenere i pescatori con bonus e liquidità per le micro-imprese e accompagnare il settore in questa fase di grandi cambiamenti per traghettare questo un antico mestiere verso un nuovo modo di intendere la pesca marittima a partire dal superamento di servizi obsoleti con una diversa organizzazione innovando i servizi a terra».
«Ma, purtroppo, in giro l’aria che tira è preoccupante, sa di rassegnazione perché in molti non credono nel cambiamento possibile. E nella casbah si avverte malessere, così come nei luoghi abituali di ritrovo dei pescatori. Si parla, si parla ma nessuno crede nel cambiamento, né tanto meno è pronto a denunciare notizie di banchina molto gravi che, se confermate, potrebbe diventare complicato anche proseguire ad impegnarsi per contribuire ad assicurare un futuro ad un settore in ginocchio».
«Tutto questo accade, soprattutto, - continua Martilotti - quando vengono meno legalità e moralità. In giro nelle varie marinerie c’è molta rassegnazione e confusione, e dai gruppetti di pescatori spuntano come i cavoli personaggi poco raccomandabili che si mettono in mostra come i pavoni, si imbellettano, si travestono e si trasformano come i camaleonti per sedurre questi lavoratori del mare, gente semplice e laboriosa, con promesse di lauti guadagni partecipando a “pesche miracolose” e progettualità improbabile, ma con impegni precisi a dividere».
«Stendiamo un velo pietoso su chi, per meri calcoli personali, è disposto a tutto. Non c’è che dire: quando vengono meno legalità e moralità c’è da preoccuparsi perché così non andiamo da nessuna parte. Ma siamo anche sgomenti perché l’agire di questi personaggi “molto chiacchierati” sta creando una grande confusione».
«È un segnale di forte preoccupazione questa inquietante presenza di faccendieri diventati anche improvvisati esperti di “diritto, biologia ed economia della pesca” e mostra a tutto tondo i meccanismi della simulazione, rivelando che la menzogna è prerogativa unica dell'essere umano».
«Ma il vero obiettivo non è la “pesca miracolosa”, ma distrarre i pescatori per non essere disturbati ad “amministrare” fra “i soliti ignoti” la buona dotazione finanziaria con le spalle ben coperte per via “del compare che conta”».
«Dopo le tante opportunità perse e le importanti risorse strappate all’economia costiera non è esagerato dire che siamo in presenza di un vero e proprio ulteriore spreco di denaro pubblico e allora – conclude - non ci resta che confidare nelle Istituzioni per assicurare legalità e moralità per una decisa inversione di rotta verso una pesca sostenibile sotto l’aspetto ambientale, economico e sociale».
«Infatti, siamo convinti che per fronteggiare l’emergenza in atto e assicurare un futuro ai pescatori in questa direzione il settore della pesca “andrebbe” governato con forte attenzione, impegno e progettualità ma, soprattutto, con legalità e moralità».
(Fonte immagine Paese24)