Altro giro, altra polemica, ancora una volta partorita sui banchi dell'opposizione che ora mettono sotto accusa la gestione amministrativa per l'affaire Suap. Lo sportello unico delle attività produttive che sulla carta avrebbe un organico ma che in realtà non avrebbe personale a sufficienza, tanto da "costringere" l'esecutivo ad avviare la selezione per l'affidamento a due professionisti esterni del disbrigo pratiche dell'ufficio. A mettere il dito nella piaga, con tanto di deerstalker e lente di ingrandimento da perfetto Sherlock Holmes, ancora una volta è il capogruppo di Civico Popolare, Gino Promenzio. «A leggere la determina, riguardante lo Sportello Unico delle Attività Produttive del 7 settembre scorso - scrive in una nota Promenzio - in cui il Dirigente Graziani avvia la selezione di affidamento a due professionisti esterni del disbrigo pratiche giacenti da tempo, verrebbe da pensare che quell’ufficio sia oggi ormai deserto. “
Ad oggi il personale andato in pensione oltre a quello trasferito ad altri servizi non è mai stato sostituito”, recita la determina». Ma è proprio così? - si chiede il capogruppo di CP. «Noi non crediamo. E spieghiamo perché. Per l’ex comune di Corigliano - argomenta - il responsabile Domenico Corrado è stato sostituito da Lara Felicetti, e a seguire, lo stesso ufficio è stato rafforzato con due dipendenti, con un totale quindi di forza lavoro di quattro unità». Nell'ufficio istituito nell'altra metà del comune, quella di Rossano, il responsabile Lucisano, andato anch'egli in pensione, è stato sostituito da altra unità. «In sostanza - dice Promenzio, con sospetta aria investigativa - da notizie in nostro possesso, i dipendenti assegnati al servizio Suap area di Corigliano oggi sono quattro (mentre nel pre fusione erano tre) e nell’area di Rossano sono tre così come prima della fusione. Quindi, sfugge, in cosa si concretizzerebbe questa presunta carenza di lavoratori». «E allora chiediamo all’Amministrazione - qui l'arringa politica - se ha una giustificazione per spiegare il fatto che, come afferma, tutto questo personale ha accumulato “un notevole numero di pratiche rimaste inevase”». E poi una serie di quesiti a cui si chiede risposta: «Possibile che sette unità lavorative non siano state in grado di poter evadere una mole di lavoro che prima della fusione era affidato a sei unità? L’amministrazione comunale ha determinato ogni condizione affinché l’ufficio potesse lavorare con tranquillità ed efficienza?» «È davvero singolare - qui la chiosa - che l’amministrazione impegni, per il momento, 45 mila euro, per poi magari lievitare fino a chissà quale cifra, in un momento di drammatiche ristrettezze finanziarie come quello attuale. Decisioni del genere rischiano inoltre di demotivare il personale componenti l’ufficio, decretandone di fatto il suo smantellamento. Riteniamo - conclude Promenzio che sulla gestione dell'Esecutivo Stasi nei giorni ha presentato un dossier in Prefettura (leggi anche
L’operato di Stasi al vaglio della Prefettura. Promenzio deposita un dossier) che se questa determina non dovesse essere immediatamente ritirata, conterrà certamente profili di interesse da parte della Procura della Corte dei Conti»