di MARTINA FORCINITI L'ultimo tabù di
Corigliano? Un canalone che sembra aver dichiarato guerra all'ecosistema. E che questa volta l'allarme sia vero lo si deduce anche e soprattutto dall'attacco che arriva da
Striscia la Notizia. Che, grazie a un'incursione dell'inviato Pinuccio, prendendo di mira una delle due condotte di scarico del
depuratore, con la sua solita impudenza strillata ai quattro venti rivela l'alto rischio di inquinamento. "Le ripercussioni ambientali e sulla salute potrebbero essere effettivamente pesanti - è quanto dichiara il presidente regionale di
Legambiente Calabria, Francesco Falcone, a
L'Eco dello Jonio -. Senza contare il rischio di contaminazione degli acquedotti e delle fontane pubbliche. Per di più, da qui a far entrare gli inquinanti nella
catena alimentare - a causa di quello sversamento in mare che Striscia ha ampiamente documentato - il passo è breve. E in effetti, questa situazione ci preoccupa da tempo, soprattutto perché la sua e le centinaia di canaloni che sversano acqua non depurata in tutta la regione.
STRISCIA LA NOTIZIA A CORIGLIANO, IL DEPURATORE NON E' UN CASO ISOLATO
Ma se è vero, come lo è, che già nel 2011 proprio da Goletta Verde era stato lanciato un allarme foci e depurazione (attraverso un report che aveva etichettato il Torrente Coriglianeto come "fortemente inquinato), il "depuratore della discordia" non è certo un caso isolato. "A Corigliano sono ben cinque i depuratori che non hanno l'autorizzazione allo scarico - ci dice il presidente Falcone -. Ciò non significa necessariamente che quanto sversato contenga sostanze inquinanti, ma l'Arpacal dovrebbe effettuare monitoraggi regolari. In tutta l'area della Sibaritide, trattandosi questo di un fatto non certo limitato. E il Coriglianeto, in questo senso, è l'evidente indicatore di quanto avviene in tutta la Regione. E' la cartina al tornasole degli
sversamenti illeciti e della mala depurazione che coinvolge la maggior parte dei nostri comuni.
STRISCIA LA NOTIZIA A CORIGLIANO, I RIMEDI
"Nell'immediato - continua Falcone - suggeriamo l'istituzione di una cabina di regia sulla depurazione, che sia una costante d'azione e non uno strumento attivo solo in estate. L'obiettivo sarebbe da ricercarsi non tanto nell'individuazione delle fonti di inquinamento, quanto nel massimo attenzionamento di tutti gli scarichi, nell'individuazione di finanziamenti da destinare alle criticità e nell'efficientamento della depurazione. Ultimo ma non meno importante il controllo della gestione dei depuratori perché se alla Regione spetta la programmazione, anche sui comuni deve ricadere la responsabilità delle verifiche di chi esercita la depurazione. L'attenzione mediatica, in questo sensp, è sempre stata fondamentale perché spinge chi di dovere a intervenire sulle criticità. Ma, in verità, l'azione "preventiva" delle istituzioni preposte al controllo e al monitoraggio dovrebbe essere una costante.