Domenico racconta l’autismo del figlio, facendone poesia
Questa è la storia di un giovane papà di Corigliano-Rossano che ha raccolto i dolori, che la vita gli ha inflitto, e li ha trasformati in testi poetici

CORIGLIANO-ROSSANO – Parlare di una malattia non è mai semplice. Se poi questo disturbo affligge tuo figlio, il bene più prezioso che la vita possa donarti, parlarne diventa ancor più complicato. Eppure Domenico non si è lasciato scoraggiare. Ha raccolto i dolori che la vita gli ha inflitto e ne ha fatto poesia.
Domenico Godino è un giovane papà di Corigliano-Rossano che ha scoperto l’amore per la poesia quando ancora era solo un bambino, «per vincere la timidezza, rispondendo al bisogno di comunicare emozioni».
Estroverso e sempre pronto alla battuta, «chi mi conosce pensa che io sia tutto tranne che timido - afferma - perché ho fatto dell’ironia la mia corazza». Aveva posato la sua penna in seguito a un grave lutto. Proprio la diagnosi del figlio l’ha spinto a ricominciare a scrivere.
Dalle pagine del suo libro, “io sono meco”, non solo parla dell’autismo del figlio, ma in alcune parti si rivolge direttamente al disturbo neurologico, quasi come se parlasse ad un estraneo che ha invaso la vita del bimbo, rilegandolo in una “stanza senza porte e finestre”.
In un toccante appello all’autismo, lo implora di lasciare libero il piccolo Vito:
“(…) il mio desiderio è di vederti andar via,
via da lui,
dal suo sguardo
cosicché possa guardarmi,
dalla sua bocca
cosicché possa parlarmi,
dal suo cuore cosicché possa amarmi,
liberamente”
Le sue poesie trasudano rabbia e dolcezza al tempo stesso. Sentimenti che accomunano tutti quei genitori che, dinanzi alle disabilità dei propri figli, non possono che combattere per loro e amarli incondizionatamente.
Domenico spiega il mondo del suo piccolo, a chi, vedendolo da fuori, non può coglierne la reale essenza. Un mondo composto da “un puzzle di emozioni pronte ad esplodere”. Un mondo diverso da quello in cui tutti noi viviamo. Una trappola in cui si viene colpiti da “un’onda dopo l’altra che lentamente consuma la tua pelle e la tua forza” mentre si resta in una immobile impotenza.
Ogni domenica pubblica sui social un video in cui legge un suo componimento. Quello letto ieri è intitolato proprio al figlio, in cui spiega che Vito è molto di più di quello che gli altri percepiscono:
“Mi privo di conversazioni
ma non mi privo delle emozioni
(…)
E continui a cercarmi
Ma devi solo capirmi
E devi farlo fino in fondo
Solo Così potrai trovarmi
Solo così potrai aiutarmi
Accettando chi sono io
Confuso nel tuo mondo…
Ma felice nel mio…”
Questo uomo poliedrico non scrive solo poesie, ma anche testi musicali. Una sua canzone, che ha come tematica proprio l’autismo, è stata selezionata per la semifinale del Tour Music Fest che si terrà il prossimo autunno.
Domenico con i suoi testi si mette a nudo. Mostra le sue fragilità, le sue ferite, ma anche la sua grandissima forza. Dipinge con parole semplici le sfumature complesse della sua anima. L’anima di un papà che ama, combatte e spera.