di SERAFINO CARUSO Gioia di cuore proporzionale alla lunga attesa per il suo ritorno. Alla conferenza stampa di saluto per la tre giorni di festa riservata al ritorno del
Codex ha partecipato anche uno dei più affermati e discussi critici d’arte di livello internazionale:
Vittorio Sgarbi. «La bellezza può salvare la Calabria», ha detto nel corso del suo intervento.- Un territorio che merita rispetto. E la conferenza stampa tenutasi a Rossano è un segno tangibile. Insieme a lui il “padrone” di casa, Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo della Diocesi Rossano-Cariati, il direttore dell’ICRCPAL, Maria Letizia Sebastiani, la restauratrice del Codex, Maria Luisa Riccardi, il progettista del
Museo Diocesano e del Codex e il sindaco di Rossano, Stefano Mascaro. Diretti dalla giornalista Rosi Fontana, i relatori hanno rimarcato la grande valenza del restauro di questa opera unica al mondo per la sua straordinaria bellezza. «Torna a casa una persona cara – ha esordito Mons. Satriano, paragonando il Codex a un nostro congiunto familiare –, la Parola di Dio fatta carne. Un Codice che in passato ha assunto un senso di potere e che ora assume tutta la sua bellezza del potere dei segni. Che diventano calore e bellezza». Sgarbi, quindi. Il solito fiume in piena, che si è soffermato soprattutto sull’attualità del Codice: «L’arte bizantina, dopo le sue Chiese, ha nel Codice il suo vero elemento di qualità. Un vero monumento in senso letterale. Che da solo rappresenta una testimonianza fondamentale del mondo cristiano e dell’occidente bizantino. Un Codice portato in Occidente, in Calabria, da monaci in fuga dalle persecuzioni musulmane di mille e cinquecento anni fa. Un po’ quello che sta accadendo oggi. Nel Codice c’è qualcosa di profondamente legato alla vita di chi l’ha realizzato in quei tempi». «Il resto – ha continuato Sgarbi – è freschezza di racconto». Poi il legame con questo territorio. «La conferenza stampa? Giusto tenerla qui a Rossano, la terra che lo ha adottato centinaia di anni fa. Capitale di quel mondo bizantino che non c’è più, ma che vive nelle sue eredità. Un segno di rispetto verso questa comunità, così ricca di cultura e storia». La conoscenza e la promozione del Codex hanno dato risalto a Rossano. È un segnale di ripresa possibile. Ma si può fare di più. Si deve puntare molto sulla comunicazione. Occorre trovare qualcosa che muova da un immobilismo e da un prevalere di criminalità raccontata in tutti i modi per umiliare la Calabria e arrivi a una esaltazione dei luoghi della bellezza dove uno va perché ci sono cose che non puoi non conoscere. Il Codice è di gran lunga più efficace di qualsiasi attività collaterale se semplicemente si fa sapere che cos’è.
Rossano deve uscire dal lungo silenzio di cui è stato responsabile anche chi ha tenuto il Codice lontano quattro anni. E che prima, anche quando c’era, non gli ha dato luce sufficiente per essere portato a conoscenza del mondo». Una rete dei beni culturali legata all’arte bizantina? «Se la proposta della capitale europea della cultura avesse collegato un’area che non è soltanto una città ma un percorso, si poteva immaginare un’area culturale che inglobava anche Rossano. Il percorso bizantino ha tappe obbligatorie a Ravenna, Venezia e Rossano. Occorre mettere in moto una decisa fantasia comunicativa, così come fatto per la passerella sul lago d’Iseo, dove è arrivato il mondo per niente. Allora perché non venire in Calabria per qualcosa di molto di più e bello». Puntare sulla comunicazione istituzionale, quindi. Sulla conoscenza. Perché la materia prima c’è tutta. Bisogna soltanto fare conoscere le bellezze che abbiamo. Sul Codex si affaccia una grande scommessa. Di riscatto per la Calabria, per questo territorio. Per una Rossano che ha visto tanti scippi perpetrati ai suoi danni nel corso degli ultimi decenni. Nella bellezza c’è il riscatto: ha ragione Vittorio Sgarbi. Si punti, quindi, sulla cultura del bello, sull’arte, sul grande patrimonio artistico di cui siamo legittimi proprietari. Non disperdendolo con polemiche, tensioni, ripicche. Occorre sinergia. Così come dimostrato dalla classe imprenditoriale rossanese che per questi giorni di festa ha voluto unire le proprie forze per dare spazio alla promozione di un’opera che, ne siamo certi, sarà il fiore all’occhiello, il bigliettino da visita di Rossano nel mondo.