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L'esempio di Città ideale? Basta guardare alle antiche colonie greche come quella di Thurii

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ROMA - Filippo Demma, Direttore Generale dei Musei della Calabria e del Parco Archeologico di Sibari e di Crotone, è stato ospite, nella puntata di oggi, martedì 12 marzo, del programma Tg2 Italia-Europa per parlare di bellezza Classica partendo proprio dalla Magna Grecia, da dove prendono vita e forma le nostre profonde radici culturali. È sulla cultura greca che si fonda la cultura occidentale.  

Dal punto di vista urbanistico, ad esempio, i concetti di spazio urbano si devono ai greci d'occidente. Alla fine dell'VIII secolo i greci che cominciano a spostarsi dalla Grecia per fondare le colonie in Sicilia e in Magna Grecia avranno a disposizione uno spazio sterminato da poter strutturare in maniera indipendente. Nell'Italia Meridionale nascono i più antichi esempi di città programmata e pianificata,  secondo quelli che diventeranno in seguito i criteri urbanistici moderni. «In Calabria c'è l'antica colonia Panellenica di Thurii - spiega Filippo Demma - che cresce sul sito della mitica Sibari, famossisima colonia magno greca, che fu un vero e proprio esperiemento di "città ideale"». Nella metà del V secolo a.C. da Atene e da tutta la Grecia arrivarono dei coloni con al proprio seguito il più famoso architetto-urbanista dell'antichità Ippodamo da Mileto, ed insieme diedero vita ad un progetto di "città ideale". Fu Ippodamo da Mileto a progettare l'urbanistica della città di Thurii.

Anche i prodotti che fanno parte della nostra storia, come l'olio o il vino, hanno una tradizione che parte dall'Italia Meridionale. «Nella sibaritide -  continua Filippo Demma - ci sono le prime attestazione storiche di addomesticazione dell'ulivo, ad esempio nel Parco Archeologico di Broglio di Trebisacce sono stati analizzati residui di noccioli di ulivo, che ci dicono che già alla metà del secondo millennio, nell'età dle bronzo, l'ulivo era stato addomesticato e veniva utilizzato come pianta domestica. Ancora, riguardo il vino, invece, abbiamo l'Enotria che sarebbe il territorio i greci occuperanno fondando le proprie colonie, e che deriva il proprio nome dalla parola greca "οἶνος" che significa vino».

Ritornando a Sibari, questa era una città particolarmente dedita ai piaceri della vità. Per lungo tempo l'aggettivo sibarita è stato sinonimo di gaudente e anche di persona un po' estrosa. I sibariti erano noti per il loro amore verso i piaceri, verso il vino. Furono tra i primi ad introdurre il vino in Italia, contribuendo a diffonderlo e commercializzarlo in tutto il mediterraneo. «Le vigne che erano, ovviamente, in collina, venivano raccordate alla città e al suo porto tramite un acquedotto, fatto di tubi in ceramica e in argilla. Questi tubi trasportavano  il vino al luogo dove veniva poi stoccato ed esportato, oppure distributo ai consumatori». 

Molto famose per il loro sfarzo erano anche le donne sibarite. «Le fonti riportano una leggenda - racconta Demma - che narra di come le sibarite avevano imposto ai propri uomini la pubblicazione del calendario delle feste religiose e pubbliche con almeno un anno di anticipo per avere il tempo di acconciarsi».

Tutto ciò deve far riflettere su quanto dobbiamo all'Italia Meridionale, collegamento tra la cultura greca e la cultura occidentale. In Calabria ed in Sicilia sono radicate le radici del nostro presente e futuro.

Luigia Marra
Autore: Luigia Marra

Mi sono diplomata al Liceo Classico San Nilo di Rossano, conseguo la laurea in Lettere e Beni Culturali e successivamente la magistrale in Filologia Moderna presso Università della Calabria. Amo ascoltare ed osservare attentamente la realtà di tutti i giorni. Molto caotica e confusionaria, ma ricca di storie, avvenimenti e notizie che meritano di essere raccontate.