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Insiti, la Regione approverà le variazioni tecnologiche (e di prezzo) sul nuovo ospedale?

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CORIGLIANO – ROSSANO – Atteso a breve sul tavolo della Regione il progetto dell’ospedale di Insiti completo di tutte le variazioni tecnologiche e sanitarie, nonché di costo, necessarie a trasformare un nosocomio nato su un piano “vecchio” di 14 anni fa in un polo d’avanguardia capace di fare la differenza per tutta la Calabria del Nord est. Anche oggi si sono susseguiti svariati tavolo tecnici tra Regione, Asp e la ditta concessionaria dei lavori, riunioni durante le quali sono state illustrate tutte le variazioni rispetto al disegno iniziale.

L’ospedale che sta sorgendo tra Corigliano e Rossano, come già ricordato sul nostro giornale, nasce su un progetto decisamente lontano dalla visione odierna di smart hospital e soprattutto, per ovvie ragioni temporali, del tutto ignaro delle necessità che sono invece state portate alla luce dalla pandemia da Covid-19. E così, se non si fosse intervenuti con un lavoro di riammodernamento del piano, la struttura sarebbe stata una nuova costruzione ma già vecchia concettualmente parlando.

Gli interventi in direzione di un polo tecnologicamente più avanzato e in grado di rispondere a quelle che sono le nuove normative europee, porta inevitabilmente a una lievitazione dei prezzi. Alle origini l’intero ospedale sarebbe dovuto costare intorno, euro più euro meno, a centoquaranta milioni di euro. Oggi si parla di molti soldi in più tenuto conto dell’aumento del costo delle materie prime causato, tra i vari fattori, anche dalla guerra in corso e dalla recente pandemia.

E così, una volta che la ditta concessionaria ha rivisto tutti i prezzi in base alle variazioni e ai materiali, la palla passa alla Regione. E Cittadella che fa: lascia o raddoppia?

Al via i vari tavoli tecnici che porteranno poi al naturale evolversi della trattativa. La ditta presenterà il conto e dovrà essere la Regione a dare il via libera per proseguire o meno i lavori. Di certo, l’ospedale così come era stato concepito una quindicina di anni fa, non sarebbe stato più compatibile con le nuove esigenze sanitarie né con le normative europee. Sarebbe stata una struttura dimezzata. Quello di cui invece ha bisogno la Sibaritide e tutta l’area del nord-est, è invece un polo altamente tecnologico che sia in primis capace di rispondere alle esigenze dei cittadini, ma anche che sia una struttura dove i professionisti – stimolati dall’esistenza di una struttura all’avanguardia – abbiano il piacere di venire a lavorare per spezzare quella pericolosissima maledizione per la quale i concorsi vanno deserti e non ci sono medici sufficienti nel nostro territorio.

Presto i lavori si fermeranno per ricominciare, fumata bianca permettendo, in autunno. Tutto sta nel trovare l’accordo economico tra ditta e Regione. La direzione generale confida nel Governo Occhiuto e spera di iniziare il collaudo della struttura massimo tra un paio di anni. Per capirci, la speranza è quella di dotare i cittadini del nuovo ospedale pienamente funzionante nei primissimi mesi del 2026. Seguiremo da vicino l’evoluzione dei fatti.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare