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Domenica si vota, chi scegliere? Una costellazione di partiti nessuno con la formula della felicità… Boh?!

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Conosco una persona alla quale ogni qualvolta pongo una questione, sia essa futile o cruciale, mi risponde con secco, lapidario e laconico “bho?!”.

Il suo stringersi profondamente tra le spalle mi trasmette un senso di impotenza e – forse – anche un po’ di ignavia. Un gesto comunicativo che spiazza e disorienta più di quanto possa essere, invece, una risposta cruda e realistica. Una espressione che provoca orticaria in chi è abituato all’azione; più o meno meditata, quello non importa.

Io quel tipo di risposta non l’ho mai capita, non ci ho mai fatto pace ma… mai farsi gabbo delle persone e delle cose. Perché il karma alla fine gira e colpisce.

In tanti in questi giorni di fermento (si fa per dire) elettorale, continuano a fermarmi nei luoghi che frequento abitualmente per sapere quale sia il mio orientamento, la mia idea, il mio pensiero rivolto alle urne. Per chi simpatizzi? Ma tu chi voti? Chi conviene votare?

Il solo dire… è una responsabilità notevole.

Nessuno, purtroppo, ha la formula per la felicità. Del resto solo un redivivo Mandrake potrebbe averla in questo momento di stenti e incertezze.

Per chi simpatizzo è una risposta semplice: sostanzialmente per nessuno perché nessuno nella pletora di candidati, dal più piccolo al più grande, “simpatizza” per le mie idee.

Poi c’è quell’altro interrogativo – che fa tremare i polsi – della “convenienza”. Proprio come se il voto fosse diventato una merce di scambio, abbondantemente inflazionata, da garantire al migliore offerente. Le “convenienze” le possiamo trovare al mercato mentre il voto – almeno per quanto ci insegna la Costituzione – è qualcosa di così laicamente sacro che non può essere svenduto.

Questo è, purtroppo, il frutto del decadimento totale dei valori e degli ideali che un tempo spingevano la politica, la animavano, la infuocavano. Ecco perché oggi gli intellettuali (quelli veri), figli di storie e concetti, restano ai margini di questo grande appuntamento. Non perché non vogliano schierarsi ma semplicemente perché gli algoritmi della politica parlano una voce unica, quella del populismo, che camuffa l’ostensione del pensiero unico. 

Ma anche se non fosse un questione puramente ideale, il solo guardarsi attorno- oggi - in questo meraviglioso lembo di Calabria suggerisce la resa per le tante e innumerevoli inefficienze che la politica ha prodotto.  

Il fatto è che siamo tutti destinati a camminare lungo un’unica e sola via, magari accompagnati da una musica diversa, a seconda dello schieramento politico che vincerà. La metà, la destinazione, la rotta, però, è quella. E non si cambia.

Che sia un bene o un male? Non lo so. Con non poco imbarazzo, anche io oggi a chi mi pone la fatidica domanda sul voto non posso che rispondere con un disdicevole “Bho?!”

Una cosa è certa, quella croce fatta con la matita indelebile è l’unica arma che abbiamo anche solo per sperare di cambiare le cose. Sfruttiamola!

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.