di SERAFINO CARUSO Il recente
allarmismo sulla purezza delle acque del
mare di Rossano ha fatto scatenare un polverone. Giustificato o meno che sia, occorre fare chiarezza. Da una parte le comunicazioni dell'
Arpacal sul presunto inquinamento della foce del Cino Piccolo. Dall'altra quelle dell'assessorato all'ambiente comunale, che parlano di ingiustificato allarmismo. In effetti, sulle foci dei fiumi ogni anno viene disposto il divieto di balneazione. Chissà perché, aggiungiamo. Se i fiumi fossero puliti, non ci sarebbe bisogno di vietare alcunché. Invece, evidentemente, i fiumi, fiumiciattoli e fossi di scolo non sono poi così tanto limpidi. Lo sappiamo e lo abbiamo constatato più volte. Personalmente. Vi sono denunce e segnalazioni a Guardia Costiera, Comune, Procura e Polizia Muncipale. Da anni. Ma poco è cambiato.
CHI INQUINA LE ACQUE TRIONTO?
Il
mare di Rossano è uno tra i più puliti di tutta la fascia jonica cosentina. La
foce del Crati è lontana. E' riserva naturalistica, ma più volte è stata attenzionata dalle autorità competenti per inquinamento ambientale. Così come tutto il Crati da Cosenza a scendere verso lo Jonio. Ma attenzione. Perché più di una
criticità arriva dal
fiume Trionto. Nel cui letto vanno a finire le acque depurate di una parte del sistema fognante di Mirto. Anche qui, nel recente passato, si sono avute segnalazioni e interventi delle autorità ambientali. E' cambiato qualcosa? Poco. O nulla.
ARPACAL E COMUNI AVVINO I CONTROLLI
Basta recarsi alla foce del Trionto, nei pressi del Faro, per capire che siamo di fronte a qualcosa di alquanto strano. L'acqua (sempre abbondante, eppure sta piovendo pochissimo) ha un
colore strano. E il
cattivo odore è forte. Eppure si tratta di acqua che in buona parte va a finire in mare. L'altra stagna in laghetti che si sono formati in maniera del tutto naturale. Non sarebbe opportuno che
l'Arpacal e il Comune di Rossano iniziassero a interessarsi, seriamente, di questa vicenda? Non devono essere sempre i cittadini (seppur rientra fra i nostri doveri principali) a segnalare questi veri e propri reati da codice penale. Le istituzioni sanno cosa si verifica lì. E chi inquina. Intervengano subito! Altrimenti iniziamo a denunciare proprio le Istituzioni.
FOSSI DI SCOLO PER SCARICHI FOGNARI E INDUSTRIALI
Non parliamo, poi, dei
fossi di scolo. Il vero problema su cui intervenire. Prima che sia troppo tardi. Perché comunque è acqua che va va a finire in mare. Nel 2006 l'allora assessore all'ambiente
Ermanno Marino fece fare una
ricognizione di tutti i fossi e le fiumare presenti sui circa venti chilometri del litorale rossanese. Ebbene, sono circa una cinquantina. La maggior parte di questi viene utilizzata come scarico per pozzi neri e allacci fognari abusivi. O anche per scaricare fogna che il sistema comunale non riesce a smaltire. In attesa del
depuratore consortile. Che chissà fra quanti anni vedrà la luce, al netto delle solite chiacchiere istituzionali e da passerella. Allora, ci ripetiamo: Arpacal e Comune di Rossano (così come dovrebbero fare tutti gli altri Comuni del territorio) avviino controlli serrati e efficaci. Delle diatribe e degli allarmismi non sappiamo che farcene. Qui c'è solo da tutelare
il nostro bellissimo mare e i tanti imprenditori che, con fatica, stanno investendo sul
turismo.