di SERAFINO CARUSO
Strana città, Rossano. Da sempre, nonostante sia stata all'avanguardia per tanto tempo e sotto tutti i punti di vista. Condizione che, per certi aspetti, ancora la contraddistingue, seppur con notevoli passi indietro negli ultimi trent'anni. La fusione con la vicina Corigliano è stata voluta soprattutto dai rossanesi in nome e per conto di un riscatto che, ne siamo sicuri, dovremo sudarcelo con lacrime e sangue. In un trentennio abbiamo fatto progressi notevoli, è vero, ma in negativo. Abbiamo perso le ferrovie e i treni, abbiamo perso il tribunale, abbiamo perso l'Enel, abbiamo raggiunto livelli di assistenza sanitaria tra i più bassi d'Italia, constatiamo un degrado ambientale e culturale senza precedenti. E di fronte a tutto ciò come reagiamo? Con l'apparenza, con il futile, con il superfluo che diventa essenziale. Strano paese, Rossano... pardon, città! O frazione, o municipio, per i perfezionisti e gli immacolati. E allora ecco la fusione. Che dovrebbe ridarci indietro, nel tempo, il tutto con gli interessi. Vedremo.
INSIEME A CORIGLIANO PER RITORNARE IN ALTO, MA CON LA VERA CULTURA
Bando alle ciance e alle battute, qui la situazione è davvero seria. A Rossano c'è chi ha scritto la storia della città e ha realizzato qualcosa di concreto e non gli è stata riconosciuta nemmeno una via, mentre poi ti rendi conto che basta un nulla per assurgere agli onori di una cronaca che resta relegata, per fortuna, nella memoria remota di una mail. Su, ma dai... siamo seri! Ci sono professionisti, imprenditori, medici, avvocati, professori, che hanno scritto pagine importanti della storia di questa gloriosa città e riescono a realizzare imprese importanti, ma nessuno né li menziona né li tiene in considerazione. In primis la classe politica e gli amministratori, quando li abbiamo avuti. Poi basta aprire una qualsiasi attività commerciale e sembra di assistere all'arrivo del premio Nobel di turno. Tutto questo è veramente indegno per una città come è stata Rossano nel corso dei secoli. La città del Codex Purpureus Rossanensis, dei santi Nilo e Bartolomeo, di Papi e antiPapi, di illustri studiosi, di lungimiranti professionisti e imprenditori, relegata a città del futile e del fanatismo. Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di ritrovare noi stessi, insieme a Corigliano. Altra nobile decaduta di questa terra. Insieme sia da un punto di vista sociale, culturale (la vera cultura, però, quella con C maiuscola!), economico, politico, umanistico. Due città da sempre divise e distanti, ormai unica grande città, dove ancora gli alluvionati attendono un minimo risarcimento di quanto perso in quel 12 agosto 2015. A Rossano e Corigliano abbiamo scritto la Storia. Il vano ed il superfluo, condito di apparenza e vanagloria, lasciamoli ai venditori di fumo.