di SAMANTHA TARANTINO Alto, imponente su un’altura di rocce incastonate che naturalmente sovrastano il mare,
il castello di Rocca Imperiale è l’identità stessa della cittadina.
Federico II di Svevia, il leggendario imperatore del Sacro Romano Impero, lungimirante nella sua immensa visione poliedrica,
nel XIII secolo scelse questo luogo come sua residenza, segnandone per sempre il marchio di proprietà anche nel nome. Ma Rocca ha una vita precedente all’arrivo del sovrano degli Hohenstaufen. Vero è che l’abitato attorno al castello era costituito dagli operai che materialmente edificarono, mattone per mattone, l’imponente opera e da una colonia inviata dal sovrano stesso. Per cui
il paese attuale dovrebbe risalire alla stessa epoca se non di poco precedente al XIII secolo. Tuttavia l’area di Rocca ha restituito dei dati molto interessanti, attraverso reperti di vari periodi.
In zona Masseria Saliva sono stati recuperati i resti di un probabile villaggio tardo ellenico, così come in località Timpone Ronzino (attuale cimitero)
recuperati frammenti di materiale ceramico (vasellame e oggetti) che attestano la presenza di un altro insediamento a conduzione agricola
del periodo tardo ellenico. Ma una zona molto proficua dal punto di vista storico archeologico è
località Cisterna delle Cesine in cui sono stati ritrovati corredi funebri che confermano la presenza di necropoli. Le tombe presentavano caratteristiche diverse a seconda anche delle età. Ad inumazione costituite da tre lastre e ad incinerazione con cassettine decorate in cui le ceneri del defunto venivano ornate di oggetti di vita quotidiana. In una di queste furono ritrovati dei gioielli in oro, in altri corredi punte di lancia in bronzo e lucerne con particolari deposizioni doppie di defunti. Oltre a reperti tardo ellenici,
a Rocca furono rinvenute delle monete di periodo romano, età repubblicana, che ne attestarono una continuità abitativa, così come nella zona del torrente Canna, oltre a tracce di abitato, riemersero i ruderi di fabbriche, tubi in laterizio e resti di una cisterna (tullianum) in malta, che probabilmente doveva costituire l’acquedotto che serviva l’intera area.
Fino ad arrivare alla prima età medievale che attestò la presenza di un antico presidio con funzione di difesa del castello, quando il luogo venne confermato come altamente strategico perché posto lungo l’antica strada romana jonica de Apulia, che da Reggio Calabria si congiungeva a Brindisi con l’Appia che proveniva da Capua e che Federico II di Svevia scelse anche perché vicino alla Puglia.
Certo Rocca deve la sua storia al Castello, ma in una terra come la nostra, ricca di testimonianze di varie epoche,
non è raro ritrovare identità in ciò che ancora deve riemergere e conoscere qualcosa in più oltre il già noto.