I
ritardi aerei in un caso su tre sono dovuti a condizioni meteo avverse. E questo, oltre a spazientire i viaggiatori, comporta pesanti implicazioni economiche. Secondo un'analisi condotta nel 2010 dalla Berkeley university, le attese in aeroporto costano all'economia Usa qualcosa come 33 miliardi di dollari. Ma ora un sistema messo a punto dai ricercatori del
Dimes dell'Unical di Cosenza e dalla
startup DtoK Lab potrebbe migliorare le cose. In un modo: attraverso i big data e gli algoritmi. Gli studiosi calabresi hanno infatti messo a punto un software in grado di prevedere possibili ritardi aerei dovuti alle condizioni meteo con un anticipo che può arrivare fino a cinque giorni. «Abbiamo lavorato su due grandi bacini di dati, per un totale di 260 milioni di informazioni che fanno riferimento al periodo compreso tra gennaio 2009 e dicembre 2013», ha spiegato a Repubblica Domenico Talia, docente di ingegneria informatica del Dimes e uno degli autori dello studio pubblicato da un'importante rivista di settore, la Acm Transactions on Intelligent Systems and Technology.
RITARDI AEREI, SISTEMA CON ACCURATEZZA DEL 74%
Il primo dataset riguarda le notizie relative a 30 milioni di voli: aeroporto di partenza, d'arrivo, l'orario stabilito per il decollo del volo e quello effettivo di atterraggio. Il secondo le condizioni meteorologiche nell'aeroporto lasciato e in quello in cui si sono spenti i motori. Poi li hanno analizzati, grazie a una popolare tecnica di apprendimento automatico, chiamata random forest, e degli algoritmi paralleli eseguiti su una piattaforma cloud, utilizzata per fare i calcoli necessari molto più rapidamente. Il risultato è un sistema con un'accuratezza del 74,2% per i ritardi di 15 minuti e dell'85,8% per quelli di 60. Si tratta della migliore performance tra i sistemi elaborati finora. «La nostra idea di partenza», ha detto ancora il docente, «è che predire i ritardi con largo anticipo può avere dei grandi benefici sia per chi gestisce le tratte aeree, sia per gli aeroporti che per gli stessi viaggiatori: questi ultimi potrebbero, per esempio, scegliere i voli che hanno meno probabilità di fare ritardo, oppure andare a vedere che cosa è successo in passato su una determinata tratta e, quindi, capire che cosa potrebbe capitare anche a loro».
Fonte: Corriere della Calabria