DI SAMANTHA TARANTINO Parco Archeologico di Sibari. Sabato 11 febbraio, ore 15, tutto pronto per la tanto attesa riapertura del
Parco Archeologico di Sibari. Dall'esondazione del Crati del 18 gennaio 2013, tra rinvii e rimandi, il gran giorno è arrivato. In molti ricorderanno gli oltre 20 mila metri cubi di acqua che sommerse il più grande parco archeologico della Calabria. Tra le risorse impegnate: pompe idrovore e impianti di sollevamento per il prosciugamento delle aree interessate. Rimandata lo scorso novembre, l’inaugurazione del Polo Museale e del Parco è arrivata alla fase finale. Ad accogliere gli ospiti, la direttrice del nuovo polo
Adele Bonofiglio, succeduta a Alessandro D’Alessio. A suo tempo successore della compianta direttrice storica del museo di Sibari, Silvana Luppino. Saranno presenti il sottosegretario di stato al Ministero dei Beni Culturali,
Dorina Bianchi. Il Presidente della Regione Calabria,
Mario Oliverio. Mons.
Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano e il sindaco di Cassano,
Giovanni Papasso. PARCO ARCHEOLOGICO DI SIBARI: LA STORIA
La mitica Sibari, la più potente città della Magna Grecia. L’antica colonia achea fondata a metà dell’VIII secolo a. C. Così strategica, tanto che doveva riflettere in tutto e per tutto la madre patria. Sibari come Troia. Tante fasi di costruzione e rifondazione. Il primo nucleo della città sorse in ciò che oggi è conosciuto come località Parco del Cavallo, uno dei cantieri aperti di scavo. Casabianca, Stombi e Oasi le altre aree scavate. Sibari metropoli: più di 300 mila abitanti gravitavano tra le strade e decumani. Portando l’eco della grande Sibari oltre i confini territoriali. Distrutta poi ricostruita. Dopo la terribile sconfitta subita per mano dei Crotoniati, fu graziata dall’intervento del padre della democrazia: Pericle che intervenne sulla fondazione della colonia panellenica di Thurii. Una seconda Sibari? In realtà non del tutto. Un nuovo impianto e una nuova urbanizzazione fu opera di Ippodamo di Mileto, il più importante urbanista. Ma Sibari non fu solo Grecia. In età romana, Thurii venne per metà inglobata dalla colonia di Copiae. L’altra metà abbandonata, divenne spazio rurale.
PARCO ARCHEOLOGICO DI SIBARI
Le testimonianze raccontano di una continuità del sito. Epoca romana, età Bronzo Medio, età del Ferro. Resti dell’imponente teatro, edificio termale, abitazioni. Il Santuario di zona Timpone della Motta che sovrasta la piana e tanti reperti che segnalano le tracce anche di un insediamento enotrio, come testimonia la necropoli in contrada Macchiabate. Tanti i reperti ceramici, statuette fittili, vasi, armi e oreficeria, oltre a una lamina d’argento dorato decorata a sbalzo, e il famosissimo toro cozzante. Una grande speranza per il futuro di Sibari. Un'identità da riconquistare e da valorizzare. Una spinta per l'intero territorio. GALLERIA FOTOGRAFICA: IL PARCO PRIMA (2013) PARCO DOPO (OGGI) [gallery ids="43826,43827,43829,43830,43836,43837"]