Bilancio senza bussola: l’opposizione mette sotto accusa l'Amministrazione Mundo
Aurelio: «Senza priorità chiare il bilancio resta un atto debole. Così manca una visione politica riconoscibile»
TREBISACCE - Un bilancio formalmente corretto può non bastare. È questo il senso dell’intervento politico del consigliere comunale di minoranza Antonio Aurelio, che ha puntato il dito contro l’impostazione del bilancio di previsione approvato a Trebisacce, definendolo privo di una gerarchia di priorità e, soprattutto, di una visione politica chiara.
Secondo Aurelio, la questione non è meramente tecnica. Le risorse pubbliche sono limitate e proprio per questo – sostiene – dovrebbero essere governate attraverso scelte nette e riconoscibili. «Il problema non è quanto si spende, ma come si sceglie di spendere», osserva, sottolineando come il bilancio di previsione dovrebbe rappresentare il momento più alto dell’indirizzo politico di un’amministrazione.
Dalla lettura del documento, invece, non emergerebbe alcuna scelta qualificante capace di orientare l’azione amministrativa nel medio periodo. Un’impostazione che, a giudizio del consigliere, rende difficile persino rispondere a una domanda elementare: quali sono oggi le priorità dell’ente? Non perché i problemi manchino, ma perché dal bilancio non si ricava una gerarchia chiara degli interventi.
Le criticità, del resto, sono note e stratificate: dalla rete idrica a quella fognaria, fino al tema sempre più sensibile della pressione fiscale e alla necessità di individuare correttivi a favore dei cittadini. Proprio su questi fronti, evidenzia Aurelio, ci si sarebbe aspettati un segnale politico forte, capace di indicare una direzione precisa.
Il consigliere precisa che la sua è una valutazione esclusivamente politica. Un bilancio può anche rispettare i criteri formali, ma se non individua priorità resta, di fatto, un documento debole. In questo quadro, le successive variazioni di bilancio finiscono spesso per supplire a decisioni non assunte in fase di previsione, alimentando la percezione di un’amministrazione che rincorre gli eventi anziché governarli.
Aurelio richiama anche il metodo: la documentazione relativa al DUP e al piano tariffario sarebbe stata trasmessa solo poche ore prima della seduta consiliare, impedendo un’analisi approfondita. Nonostante ciò, per senso di responsabilità verso la comunità, la minoranza ha scelto di restare in aula, evitando il ricorso all’esercizio provvisorio e i conseguenti aggravi per l’ente.
Resta però, ribadisce, una questione politica di fondo. Un appuntamento centrale come l’approvazione del bilancio non può essere affrontato in affanno. «Il bilancio è il principale atto di indirizzo politico dell’ente – ha rimarcato in aula – e dovrebbe nascere da una programmazione ordinata, non da una corsa contro il tempo».
Durante il dibattito consiliare, Aurelio ha posto una domanda definita “dirimente” all’assessora al Bilancio: quale sia la scelta politica qualificante di questo bilancio e in quali capitoli essa si rifletta concretamente. Una domanda che, secondo il consigliere, resta ancora senza risposta.
La conclusione è netta: Trebisacce ha bisogno di una vera programmazione, fondata su priorità chiare, scelte comprensibili e un bilancio credibile. Perché, senza priorità, non può esserci visione.