«Casse comunali quasi al dissesto e Stasi aumenta le tasse ai cittadini»
Nuovo attacco delle Opposizione al Primo cittadino. Straface e Turano: «Confermate tutte le aliquote al massimo»
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CORIGLIANO-ROSSANO – «Di fronte alla grave crisi nazionale che sta interessando piccole e medie imprese ed in generale tutto il settore produttivo, una crisi profonda dalla quale non è affatto esonerata la nostra Città, con effetti diretti e drammatici sulla sopravvivenza stessa di molte aziende locali e sull’aumento del disagio economico diffuso in tutti gli strati sociali, soprattutto per quelli considerati strategici per la ripresa economica, ci saremmo aspettati una minima valutazione politica dell’Amministrazione Comunale, finalizzata a ridurre le aliquote per l’Imposta Municipale Propria (IMU) e per una diversa proporzione nell’applicazione dell’aliquota Irpef». Ancora un attacco dalle Opposizioni all'indirizzo del sindaco Flavio Stasi e della sua Maggioranza, questa volta rea di aver innescato un vero e proprio salasso sulle tasse comunali. A parlare sono i consiglieri di Forza Italia, Pasqualina Straface e Giuseppe Turano. Una lunghissima disamina, la loro, nella quale mettono in luce un Comune quasi alle soglie del dissesto che, con una mossa disperata, ora inizia a prelevare tutto il prelevabile dalle tasche dei cittadini.
«Purtroppo – dichiarano la consigliere regionale e comunale Pasqualina Straface ed il consigliere comunale Giuseppe Turano, coordinatore cittadino di Forza Italia – il Sindaco Stasi, la sua Giunta e la sua maggioranza hanno rifiutato ancora una volta la nostra richiesta di confronto ed il nostro appello a venire incontro, in concreto e senza i soliti proclami elettorali, alle categorie ed a quanti dovrebbero essere gli attori dello sviluppo locale».
Non ci sarebbe stata, infatti, alcuna apertura a seguito degli interventi della minoranza nell’ultima assise civica nella quale, tra le altre cose, «abbiamo chiesto - scrivono - di rivedere la delibera di conferma al massimo delle aliquote Imu ed Irpef. Nulla da fare. Per Stasi e per i suoi, l’economia della Città e la crisi che sta vivendo anche la nostra comunità si fronteggiano tenendo l’IMU al massimo, ovvero all’1,06%, pur potendo l’Amministrazione Comunale optare per una riduzione della stessa al minimo, cioè a quello 0,76% previsto dalle norme».
«Ed è per questo – insistono – che anche in questo caso abbiamo espresso voto contrario, perché contrari a far pagare l’Imu al 40% in più sui terreni agricoli e sugli immobili ad uso produttivo. Evidentemente, a Corigliano-Rossano, per Stasi l’agricoltura deve essere combattuta con le tasse così come devono essere ostacolati i titolari di quegli immobili che, stando a tutti i report nazionali e regionali, stanno vivendo una crisi di settore enorme, con una vertiginosa diminuzione dei prezzi. Invece di aiutarli, vengono infatti affossati ulteriormente».
«Ma la cosa ancora se possibile più grave, sintesi della totale assenza di capacità di ascolto della Città e di lontananza dal tessuto produttivo ma anche specchio di arroganza al potere, è sicuramente – scandiscono – la motivazione riportata pari pari nella delibera Stasi che conferma il salasso contro quanti già vivono disagi e crisi».
Questa manovra anti-economia, a detta dei due consiglieri comunali, verrebbe, infatti, giustificata per garantire i servizi erogati dall’ente e il mantenimento degli equilibri di bilancio. «A Corigliano-Rossano sono quindi a rischio i servizi e il bilancio del comune, quasi al dissesto. E per cercare di riempire le casse comunali, svuotate in questi sei anni per altre finalità e per altre spese sicuramente non produttive, oggi –proseguono i due consiglieri – si decide di confermare tutto al massimo».
«D’altronde, al di là delle solite arringhe da comizio che tiene in un Consiglio Comunale di fatto esautorato da tutte le discussioni sul futuro della Città, Stasi dovrebbe spiegare anzi tutto ai suoi elettori quale erogazione dei servizi avrebbe garantito fino ad oggi con le aliquote al massimo, considerato il degrado diffuso e incivile che subiscono tutte le contrade e le stesse aree centrali di Rossano e di Corigliano, in alcune delle quali servono perfino altri mezzi di trasporto diverse dalle automobili per potervi accedere o, ancora, quale sgravio ha mai applicato ad esempio nei e per i due centri storici».
«A ciò, infine, si aggiunge che queste aliquote si applicano su rendite catastali rispetto alle quali, dopo ben 6 anni di stallo su tutto, ancora non si è posto rimedio neppure alla disparità originaria tra Rossano e Corigliano, perpetuando così un’intollerabile ingiustizia contributiva tra cittadini di quella stessa Città unica sulla carta e che dimostra, anche qui qualora ve ne fosse bisogno, come in tutti questi anni nulla le giunte Stasi che si sono succedute hanno concretamente fatto per completare e sviluppare la fusione. Quale interlocuzione – ribadiscono Straface e Turano – ha avuto in merito questa Amministrazione Comunale con l’Agenzia del Territorio?»
Stesso metodo discriminatorio e produttivo di inaccettabili ingiustizie contributive quest’Amministrazione Comunale starebbe perpetuando, «senza accogliere il nostro invito ed appello ad una maggiore equità», con l’aliquota Irpef, mantenuta allo 0.80% sia per i titolari d redditi minimi, sia per quelli massimi, mentre ad esempio sarebbe stato possibile attuare una progressione per scaglione di reddito, da uno 0,4% per i redditi da 0 a 15 mila euro fino all’attuale 0,8% per i redditi fino a 75 mila euro.
Insomma una linea, quella di Stasi, del tutto antitetica a quella del Governo Nazionale che ad esempio, proprio per continuare a venire incontro al mondo produttivo, notoriamente tra i più tartassati d’Europa e dell’Occidente da sempre, sta pensando di attivare a breve una nuova rottamazione delle cartelle, estendendo questa possibilità anche agli enti locali, in modo da consentire una rateizzazione dell’arretrato ed una cancellazione di interessi e sanzioni ad un settore, quello delle piccole e medie imprese, struttura portante dell’economia nazionale, oggi in una condizione gravissima di crisi e tracollo, anche alle nostre latitudini. «E quando chiude un’impresa, piccola media o grande, così come sta accadendo anche a Corigliano-Rossano – concludono Straface e Turano – si perdono posti di lavoro e famiglie di imprenditori e di lavoratori vanno sul lastrico. Quando chiude un’impresa siamo tutti più poveri».