16 ore fa:La Rossanese rialza la testa: vinto il big match contro la Reggio Ravagnese
21 ore fa:Per scoprire occorre scavare: solo così si smentisce (o conferma) la teoria su Sybaris e Thuri
15 ore fa:A Berlino sbarca la prima marmellata alle Clementine di Calabria
5 minuti fa:Turismi e distretti agroalimentari di qualità, per Mazza (Cmg) è «necessaria una narrazione diversa e lungimirante»
13 ore fa:Nella Gghijesiella la tradizionale cerimonia della Candelora
22 ore fa:Smantellata la banda della Mercedes Bianca: sette cittadini serbi intercettati in un casolare di Thurio e arrestati
16 ore fa:Tiene ancora banco la questione Statale 106. Mentre istituzioni e sindacati battibeccano, continuano gli incidenti
22 ore fa:Il Principato di Rossano nelle mani degli Aldobrandini e poi dei Borghese
23 ore fa:Truffe a livello nazionale tramite WhatsApp e Youtube: coinvolta una rossanese
17 ore fa:L'Accademia degli Spensierati e il mistero attorno a Giovan Camillo e Camillo Toscano

Turismi e distretti agroalimentari di qualità, per Mazza (Cmg) è «necessaria una narrazione diversa e lungimirante»

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - «La programmazione dei fondi PNNR ha disposto l'utilizzo di risorse imponenti e strategiche per il Paese. Seppur con meno spettanze, rispetto a quante originariamente riservate, anche il Sud sta vedendo una mole non indifferente di fondi finalizzati a colmare il divario tra il nominato contesto e il resto della Nazione. Le recenti ricerche avviate da autorevoli Istituti in materia economica, d'altronde, ci rimandano un quadro chiaro e inequivocabile: "Se il Sud avesse avuto negli ultimi 20 anni un tasso di crescita medio annuo di almeno 2 punti superiore, il Pil italiano sarebbe stato allineato a quello degli altri Paesi europei, invece che sistematicamente sotto". Quanto detto a conferma che una ripresa strutturale dell'economia italiana può avvenire solo se il Sud cresce di più e in maniera sostenibile. Per centrare l'obiettivo, però, occorre una comprensione articolata e flessibile dei contesti geo-politici. Perché se l'Italia è un insieme di territori, simili ma non uguali, aggregati dalla forza unificante della lingua, il Sud è un mosaico composito e prezioso, unico e raro, di territori, di tradizioni e di storie in cui però poco si è fatto nella direzione di amalgamare gli ambiti per omogeneità territoriali e affinità economiche tra aree a interesse comune. Sarebbe opportuno, quindi, porsi il problema di cosa necessiterebbe per un rilancio sistemico dei processi produttivi nell'estremità della Penisola. Chiaramente, un ragionamento del genere non può prescindere da un'analisi degli ambiti concorrenti a formare il Sud nel suo insieme. Se ci concentrassimo sull'area del Golfo di Taranto, non certo per partigianerie, ma per rispetto delle ottimali condizioni geografiche in riferimento al più ampio contesto euro-mediterraneo, apparirebbe lampante quanto tale ambito geo-politico sia ideale per essere candidabile a ospitare simultaneamente filiere logistiche, turistiche e agroalimentari. Al punto da risultare quello più predisposto e geograficamente più favorevole, per accogliere un vero e proprio ecosistema delle richiamate filiere». 

Inizia così la nota stampa di Domenico Mazza del Comitato Magna Graecia, che continua: «Lungo i 400km della baia jonica esistono già tre Distretti agroalimentari di qualità: Sibaritide, Metapontino e Salento jonico. Trovando le opportune sinergie fra i tre si potrebbero creare plusvalenze, riscrivendo una narrativa diversa e lungimirante per l'area in questione. Esistono già, e negli ultimi anni si sono sviluppati in maniera esponenziale, il Distretto turistico di Taranto e della valle d'Itria nonché quello del Salento. Non sarebbe affatto peregrino lavorare alacremente alla costituzione di un Distretto turistico dell'Arco Jonico calabrese. Un nuovo sistema di attività e servizi integrato che amalgami le aree omogenee rivierasche e pedemontane afferenti ai contesti della Sibaritide e del Crotonese. Una struttura che, rafforzando i percorsi magnograeci, bizantini, e normanno-aragonesi caratterizzanti i due ambiti, costituisca una destinazione straordinaria caratterizzata dal marchio inconfondibilmente unico e caro al Prof. Filareto: la Mediterraneità jonico-silana. 
Una nuova valorizzazione delle filiere, ordunque, per promuovere la riscoperta e, non per ultimo, un restyling delle funzioni economiche caratterizzanti l'Arco Jonico».

«Naturalmente, per poter elevare l'appeal dell'offerta turistica collegata ai distretti agroalimentari di qualità, andranno messi a sistema gli Asset infrastrutturali esistenti e posizionati nel contesto della baia jonica (porti e aeroporti di Corigliano-Rossano, Taranto e Crotone). Andranno rammagliate le richiamate infrastrutture con un sistema ferro-stradale europeo e all'avanguardia. L'efficientamento del tronco ferroviario e un nuovo tracciato per la statale, che non potrà essere la semplicistica manciata di km tra Sibari e Corigliano-Rossano e tra Crotone e Catanzaro, sarebbe il minimo sindacale da cui partire. Bisognerà, invero, ricostruire la spina dorsale del sistema Sibari-Crotone: vero anello debole della mobilità nell'area. In questo processo di ricucitura, chiaramente, dovranno entrare di diritto le questioni legate ai porti, ai retroporti, alle aree industriali dismesse e alla ZES. La descritta operazione, anche, al fine di declinare una nuova visione della logistica integrata che da Crotone al Metapontino ha nel cuore della Sibaritide la naturale area cerniera. Pensare, pertanto, alla creazione di un interporto nel baricentro sibarita significherebbe riscrivere una storia diversa anche per quei contesti industriali dismessi e per le portualità presenti nel bacino del golfo».

«Cogliendo, quindi, più opportunità economiche e accelerando i tempi di ottimizzazione delle priorità tra contesti ad affini interessi si favorirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro. La rinnovata percezione del territorio, pertanto, che deriverebbe da mirati investimenti, trasformerebbe settori e filiere largamente sottoutilizzate in vero e proprio valore aggiunto. In ossequio a quanto raccomandato dai principi macroeconomici, infatti, le capitalizzazioni effettuate nelle aree arretrate restano suscettibili di promuovere una crescita più elevata rispetto a quelle messe in pratica in ambiti più evoluti. Sotto quest'aspetto, quindi, è conveniente che un'area come il golfo di Taranto decolli; a regime, infatti, disporrebbe di qualità tali da trainare il resto del sistema calabro-appulo-lucano ed in generale il Mezzogiorno. Così facendo, si individuerebbero i settori da cui partire per immaginare processi di economie circolari finalizzati a permettere, anche al territorio più isolato e marginale dell'intero Mezzogiorno (l'Arco Jonico sibarita e crotoniate), la possibilità di declinare nuove prospettive di sviluppo».

«Sostenibilità, razionalizzazione, innovazione, management evolutivo devono essere i capisaldi a cui guardare con fiducia ed ottimismo, affinché si alzi forte il vento e la voce di un altro Sud. Ma, soprattutto, di un altro ambito jonico: quello che non subisce le scelte imposte dai centralismi e che, al contrario, indirizza, con intelligenza e cognizione di causa, un nuovo paradigma economico condiviso con le popolazioni locali».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.