Strage di Thurio e quel passaggio a livello da dismettere: «Ora individuiamo i veri responsabili»
Il senatore Rapani all’indomani dell’incidente ferroviario scrive ai vertici di RFI e della Procura e scarica, senza remore, la responsabilità dell’accaduto sul “ping-pong” tra Rete ferroviaria e Comune: «Quel passaggio andava chiuso già 4 anni fa»
CORIGLIANO-ROSSANO – Il senatore Ernesto Rapani, componente della commissione parlamentare Giustizia, chiede una vera e propria operazione verità sulla strage ferroviaria che lo scorso 28 novembre si è consumata a Thurio, lungo la linea jonica, quando il treno regionale 5677 si è andato a schiantare contro un camion fermo sui binari. «Penso e presumo – scrive oggi il parlamentare in una lettera inviata al Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D’Alessio e all’Amministratore delegato di RFI, Dario Lo Bosco - che oltre a cercare di capire Ia dinamica dell'incidente… bisognerebbe capire se ci siano responsabilità da perseguire in capo a chi non ha realizzato i lavori ed eventualmente il perché».
Senza remore, il senatore e maggiorente di Fratelli d’Italia in Calabria non fa mistero dei tempi biblici che la burocrazia mette in campo per affrontare e risolvere le questioni territoriali e, soprattutto, mette subito sul banco degli imputati (lo aveva fatto anche ieri l’ex assessore regionale alle Infrastrutture, Roberto Musmanno) la lentissima e pachidermica azione di intervento della struttura di RFI, soprattutto sul territorio calabrese e particolarmente lungo la fascia jonica.
Lentezza che – a parere di Rapani – troverebbe, nella fattispecie del “caso Thurio”, il complice perfetto nella insipienza dell’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano. Come é possibile – si chiede ancora Rapani rivolgendosi al massimo rappresentante della Procura, che sul caso ha aperto un fascicolo, e al vertice della società che gestisce la rete ferroviaria - che un progetto (quello dell’ammodernamento della linea e la consequenziale soppressione dei passaggi a livello, ndr), «presentato a febbraio del 2019 da parte di RFI all’Amministrazione Comunale di Corigliano Rossano», a distanza di quattro anni sia ancora fermo e che «l’opera non sia stata ancora realizzata?». «Dopo 4 anni – sottolinea ancora il parlamentare - non esistono i progetti esecutivi necessari per poter pubblicare e bandire Ia gara di affidamento dei lavori».
Insomma, «un “ping-pong” di rimpalli tra RFI e Amministrazione comunale che – sentenzia Rapani - se forse fosse durato meno, molto probabilmente, alla data odierna, non ci sarebbe stato più il passaggio a Thurio e non si sarebbe verificata l'immane tragedia che stiamo ancora oggi raccontando».
L’altro dramma, al netto della tragedia familiare e personale delle vittime, è che quanto accaduto nella storia frazione di Corigliano-Rossano rischia di non aver alcun impatto nell’immediato. Perché, come sottolineato dallo stesso senatore, al momento, per risolvere il problema del passaggio a livello di Thurio, così come degli altri 5 passaggi ferroviari che ricadono nel comune della terza città della Calabria, non c’è alcuna soluzione concreta messa in campo.
«È giunta I’ora – questo l’appello accorato che il senatore ha fatto al procuratore D’Alessio e al manager Lo Bosco - di smetterla di piangersi addosso ed essere costretti ad assistere a situazioni del genere per incapacità, negligenza, inettitudine di chi riveste ruoli di responsabilità nell’amministrazione della cosa pubblica».