Strage di Thurio, quel passaggio a livello doveva e poteva essere soppresso già da anni
Lentezze burocratiche e inedia degli apparati pubblici ancora una volta hanno creato disastri. Galati (Ferrovie in Calabria) se la prende con i ritardi dei comuni mentre l’ex assessore regionale Musmanno mette RFI sul banco degli imputati
CORIGLIANO-ROSSANO – Al netto di tutti i buoni propositi piovuti dal cielo e da Roma, dopo la strage ferroviaria di martedì scorso a Thurio, c’è una verità ineludibile: quel passaggio a livello – lì – non ci sarebbe dovuto stare. Quell’attraversamento ferroviario doveva essere eliminato già a partire dal 2018 a seguito del progetto di ammodernamento che ha interessato e che sta ancora interessando la ferrovia jonica. E proprio il PL al Km 128+1, in mezzo alle campagne, tra via Erodoto e via Senofone, era e rimane tra quelli in lista prioritaria per essere soppressi, perché pericoloso, perché fuori tempo, perché incastonato in un contesto produttivo che ha bisogno di infrastrutture più sicure. Invece nulla.
A poco valgono le rassicurazioni, tardive, della senatrice della Lega, Tilde Minasi, che proprio stamani ha annunciato lo stanziamento di 500 milioni di euro da parte del Ministero delle Infrastrutture, diretto da Salvini, per la soppressione dei passaggi a livello lungo la jonica. Anche perché questi soldi sono diventanti come le Vacche di Fanfani: dal 2017 a oggi sono apparsi e scomparsi decine di volte. Così come preoccupa e sembra essere arrivata alla resa dei conti anche l’inattività fatta registrare in questi anni da politica e burocrazia per eliminare i sei passaggi a livello all’interno del territorio comunale (Thurio, Corigliano via Sciacca, Corigliano via Provinciale, Sant’Irene, Rossano Sant’Angelo e Oliveto Longo) e i 92 che ancora costellano l'intera linea da Sibari a Reggio Calabria, non è stata capace di fare delle scelte.
Galati (Ferrovie in Calabria) se la prende con la lentezza dei Comuni
Ed è quello che sottolinea Roberto Galati dell’Associazione Ferrovie in Calabria (AFC) che, intervistato dall’Eco dello Jonio, ha evidenziato questa situazione paradossale ricordando la genesi di quei famosi 500 milioni, che poi sono diventati un miliardo e alla fine, per il completamento dell’elettrificazione e ammodernamento della tratta Sibari-Crotone-Catanzaro-Lamezia Terme, saranno addirittura 1,4 miliardi di euro. «Un grande piano di eliminazione dei passaggi a livello – ricorda galati - rientrante in un finanziamento di ben 500 milioni di euro, avviato nel 2017, connesso alla generale velocizzazione della linea ed istituzione del cosiddetto 'Rango C' di velocità».
Purtroppo i risultati sono sotto gli occhi di tutti, non solo permangono i passaggi ferroviaria ma in casi come quello di Thurio diventano anche trappole mortali. «Si contano sulle dita di una mano – aggiunge ancora il massimo esponente di Afc - i PL soppressi in questi anni e sostituiti da viabilità alternativa».
Perché? «Il piano – sottolinea galati - sembra essersi quasi arenato, purtroppo proprio a causa delle rimostranze dei Comuni: se eliminare un PL è semplice, non è sicuramente semplice individuare una viabilità alternativa o costruire sovrapassi/sottopassi in contesti altamente urbanizzati. Ancora peggio, ed ancor più ingiustificabile, in molti caso è l'inedia e la estrema lentezza burocratica degli uffici comunali, nei rari casi in cui, tra mille difficoltà, sia stato approvato un progetto di sostituzione di uno o più PL con viabilità alternativa».
L'ex assessore Musmanno stigmatizza la «lentezza pachidermica» di RFI
Ancora più duro e chiaro è stato il prof Roberto Musmanno, ex assessore regionale alle Infrastrutture con il Governo Oliverio, che partorì la grande opera di ammodernamento della ferrovia jonica: «Purtroppo si parla di quello che si sarebbe dovuto e potuto fare solo a tragedie avvenute». «Thurio era uno di quei passaggi a livello “facili” – ribadisce il docente universitario dell’Unical – la cui soppressione sarebbe potuta avvenire facilmente». E questo perché, ammessa l’eventuale impossibilità di creare un sottopasso o un soprappasso ferroviario, si sarebbe potuto congiungere con una strada i due versanti, Thurio a monte e Ministalla a valle dei binari, al sottopassaggio presente lungo la Provinciale 173, che dista appena 500 metri.
Di chi le colpe allora? Musmanno non ha dubbi e tiene fuori dal tritacarne della polemica i comuni mettendo sul banco degli imputati Rete Ferroviaria Italiana. «Rfi – dice – ha templi biblici per realizzare le cose. Soprattutto in Calabria dove la politica, evidentemente, non è capace di fare le giuste pressioni». Un esempio emblematico? «La soppressione dei passaggi a livello di Sibari, sui quali – racconta l’ex assessore regionale – c’è un progetto esecutivo datato 2018 ma dell’opera, ancora, non c’è nemmeno l’ombra». Eppure eliminare i passaggi a livello è un’operazione che conviene a tutti, soprattutto a RFI che, come spiega Musmanno, nell’opera di elettrificazione e quindi di velocizzazione della linea meno attraversamenti ferroviari ha maggiori sono le performance in termini di qualità e sicurezza che può garantire la mobilità ferroviaria.