«Meloni assesta il colpo del ko alla sanità calabrese»
Lo afferma Scutellà (M5s): «Questa nuova “batosta” decisa nella Legge di bilancio non farà altro che affossare definitivamente la sanità, con buona pace del diritto alla salute dei calabresi»
ROMA - «Nelle ultime audizioni Corte dei Conti, Bankitalia, Upb e Istat sono concordi: le risorse per la sanità sono poche e c’è una “fuga dal pubblico” dei nostri medici. In Calabria dove c’è già una penuria di medici ed infermieri, in cui gli ospedali sono per lo più fatiscenti e male organizzati, questa nuova “batosta” decisa in Legge di bilancio non farà altro che affossare definitivamente la sanità con buona pace del diritto alla salute dei calabresi».
Lo dichiara in una nota la deputata del Movimento 5 Stelle, Elisa Scutellà.
«In un Sistema sanitario a brandelli, con operatori sanitari allo stremo, condizioni di lavoro esasperanti, carichi eccessivi e attrezzature inadeguate il Governo decide di tartassare proprio chi, durante la pandemia, chiamavano “eroi” tagliando le loro pensioni.
Anziché investire risorse per assumere nuovi medici ed infermieri, invece di aumentare i loro stipendi, questo governo -prosegue Scutellà - ha deciso di spingere, secondo le stime, circa 7mila medici e 20mila infermieri ad uscire anticipatamente dal lavoro in un solo anno. E ai cittadini chi ci penserà? Questo è il riconoscimento di Meloni per chi durante la pandemia veniva definito angelo in corsia, questo significa infischiarsene dei cittadini che nell’attesa di un esame diagnostico, spesso, non ci arrivano neppure a quel giorno» conclude Scutellà.