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Negli ultimi anni «l'anima di Oriolo è stata svilita, svenduta e mortificata»

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ORIOLO - «La bandiera dei borghi più belli d’Italia è stata consegnata ai Sindaci Colotta e Ranù. Le due amministrazioni comunali assieme ospiteranno la XVI edizione il prossimo settembre. Una vetrina senza alcun dubbio importante, ma Oriolo, secondo noi, dovrà lavorare molto, anche perché l’amministrazione guidata da Simona Colotta, in questi quasi cinque anni, quel  patrimonio culturale e museale lo ha praticamente chiuso e semi distrutto, basta farsi una camminata nel borgo antico. L’Oriolo dei “Borghi più belli d’Italia”, della “Bandiera Arancione del Touring Club”, dei musei e dei palazzi, dei monumenti, dell’ambiente, della cultura, del suo centro storico in questi anni ne escono male».

Lo si legge in una nota stampa di "Patto di Cittadinanza per Oriolo" e "Impegno Riformatore". Per i gruppi si firmano: Franco Bonamassa, già assessore alla cultura di Oriolo e Vincenzo Diego, già vicesindaco di Oriolo.

«I tanti spazi del “Polo Culturale e Museale” - continuano - dimenticati. Palazzo Giannettasio di fatto chiuso e fuori dal cartellone degli eventi, come la biblioteca, il “Teatro Valle”, il piccolo teatro di Porta San Giacomo, la “Casa delle Arti e delle Idee”, le “gallerie d’arte”, lo stesso castello non ha brillato. La colpa? Dell’attuale sindacatura. I ragazzi della Pro loco, vogliamo chiarirlo, fanno del loro meglio, garantendo da anni una serie di servizi, ma l’indirizzo generale, senza giri di parole, e l’idea di sviluppo tocca a chi guida il Comune».

«In quasi cinque anni, non si è visto niente di nuovo, nessuna vera ambizione, anzi,  tanto si è chiuso e distrutto. Nella serata stellare di “Miss Italia Calabria”, costata migliaia di euro,  la scheda su Oriolo, il video girato, le notizie e i suggerimenti che qualcuno dell’amministrazione avrà pur dato, sono risultati incapaci di disegnare il quadro che meritava, oltre ad essere  fuorviante. In poche parole, non si è riusciti a mettere in risalto il ricco e inestimabile patrimonio della nostra comunità. Le porte dei nostri palazzi e dei musei sono rimaste chiuse. Tutte le ricchezze, il corredo di storia e di storie, chiuse tra polvere e muffa. Giannettasio, come la Casa delle Arti e delle Idee, le cappelle, il convento con i suoi affreschi o il venerabile “Alluce” del nostro santo protettore, Francesco, cancellati con un colpo di spugna. L’unico spazio usato è stato il teatro “La Portella”, frutto, come tutto il resto,  di sogni di cittadini e progetti di amministrazioni lontane da Simona Colotta».

«E che dire sulla presentatrice di Miss Calabria, sicuramente brava, alla quale è stato dato un testo su cosa visitare nella bella Oriolo. Ecco cosa dice: “Se volete venire qui, io lo consiglio, da visitare la chiesa di San Giorgio, l’ex monastero francescano, il palazzo Santo Stefano e il castello”. Davvero poco! I consigli ci hanno lasciato a bocca aperta e una sensazione di amaro. I conti, riflettendoci bene,  proprio non tornano, anche perché Palazzo Santo Stefano è privato e non ci risulta aperto e visitabile, il convento è lasciato a un crudele destino, anzi, cercate di entrarci, lo stato di desolazione e di abbandono fanno stringere il cuore, mentre saltati a piè pari musei, palazzi e altre specificità (natura, artigianato, prodotti tipici, beni culturali, arte) che ci hanno resi famosi in tutta Italia».

«Subito dopo, arriva la carrellata di riconoscimenti: “Borgo più Bello d’Italia”, “Bandiera Arancione”, “Borgo del Mediterraneo”, senza sottolineare che questi riconoscimenti, e tanto altro ancora, sono frutto dell’ impegno di donne e di uomini che hanno creduto nella rinascita di Oriolo dopo la frana del ’73, dicendo no al trasferimento. Cosa resterà di questa estate  buttata là, avulsa dal contesto storico-culturale, ci chiediamo. Qualche spettacolo fatto? Beh, se la memoria ci aiuta, di  spettacoli Oriolo ne ha visti tanti e di ottima qualità anche nel passato, oltre a mostre, convegni a tema, personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, l’arte dei nostri artisti locali, tanti e bravi, le passeggiate storiche con gli antichi costumi, i gemellaggi con comunità alle quali ci legano pagine esaltanti e momenti tristi. L’elenco di attività sarebbe lungo. Attività, però, che si sposavano con la storia del nostro paese, parlavano delle nostre mamme, dei nostri padri, dei tanti sacrifici, si cercava di scoprire e riscoprire le tradizioni, di ricostruire un percorso della memoria in grado di farci riconoscere  in quelle radici profonde che da sempre ci hanno contraddistinto».

«Nel passato, lo vogliamo ricordare ai pochi distratti, che invitiamo a uscire dai social e di constatare con i propri occhi quello che scriviamo, si sono presentati progetti in grado di dare forma, sostanza e futuro al nostro paese, sacrifici e lungimiranza sono andati di pari passo sin dal 1975. Beni unici e di valore  hanno affascinato migliaia di visitatori. Sono stati recuperati e restaurati palazzi, monumenti, chiesa, cappelle e castello, abbellite vie e piazze. Porcilaie diventate centri sportivi e di aggregazione. Scuole e palazzi in grado di garantire servizi e formazione. Tutto quello che c’è, e che si vede oggi, parte da quel lontano sogno del 1975. In poche parole, si è cercato di costruire negli anni scorsi pietra su pietra, memoria su memoria il tessuto socio-culturale di una comunità, progetti utili per garantire appartenenza, turismo e opportunità. Questo è tanto altro è stato fatto». 

«L’amministrazione Colotta, tra fine luglio e agosto, ha messo su, alla fine, solo qualche spettacolo, in luoghi pensati, creati e recuperati da altri amministratori e cittadini,  giusto ricordarlo… Colotta oggi sorride davanti alle telecamere e ai microfoni in quei luoghi che ha sempre poco considerato e ignorato, sminuendo e in taluni casi mortificando l’impegno e il lavoro degli altri. In questi giorni, in questi anni, molti di questi luoghi li abbiamo visti chiusi, nella polvere, abbandonati ai rovi e all’incuria. Nell’ombra e nel buio sono stati lasciati secoli di storia e tesori unici. Per noi, ma per tutte le persone di buon senso, è andato in scena davvero un pessimo spettacolo, considerato che la vera  anima della nostra Oriolo è stata svilita, svenduta e mortificata. Quella bandiera dei borghi l’ha ricevuta grazie al lavoro e al sacrificio di altri. Lei, ora, cerchi almeno di recuperare, nel migliore dei modi, il tempo perso. E la bandiera, oggi a mezz’asta, cerchiamo di farla sventolare il più in alto possibile. Servirà il vento del lavoro, ma anche il soffio vitale di tutti noi» conludono. 

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.