L’opposizione rilancia su Stasi: «Corigliano-Rossano si riscopre con un sindaco-lavandaia. Un vero bullo di quartiere»
Un lungo comunicato stampa quello della minoranza. Anche in questo caso non manca il livore. Assenze in Consiglio? «Abbiamo fatto semplicemente il nostro ruolo» Intanto tra i firmatari della nota non ci sono né Baffa né Rosellina Madeo
CORIGLIANO-ROSSANO – Gli strascichi del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano, celebratosi in una burrascosa domenica di novembre, lasceranno ferite laceranti nel tessuto politico cittadino. Forse non più sanabili. Anzi creano una scissione netta, ancora più netta rispetto a quella fatta a seguito delle elezioni del 2019. Ci sono gli stasiani, c’è l’opposizione e poi ci sono quelli che ammiccano o che rimangono nel limbo.
Alle accuse forti, perentorie e chiarissime fatte ieri sia in Consiglio che fuori dal Consiglio dal sindaco Flavio Stasi e indirizzate «all’opposizione irresponsabile» rea, in realtà, di aver tentato di fare ostruzione nella celebrazione dei lavori assembleari e scaricando addosso ai rappresentanti della minoranza responsabilità bibliche delle precedenti amministrazioni comunali di Corigliano e Rossano, nel pomeriggio è arrivata una risposta. Una nota a firma di dieci (su dodici) consiglieri comunali del gruppo dei «lupi spelacchiati» (così li ha definiti Stasi), con un finale lapalissiano, quasi dal sapore di sentenza apocalittica: «Grazie a Dio il giorno giudizio del popolo è sempre più vicino e quando arriverà sarà dirimente e inappellabile».
Tra i firmatari ci sono tutti (Scarcello, Scorza, Olivo, Francesco Madeo, Salimbeni e poi ancora Gametta, Cassano, Promenzio e Zagarese). Ne mancano all’appello due: Costantino Baffa, ormai con un piede e mezzo nella maggioranza dopo che ieri gli ha mantenuto i numeri in Consiglio; e Rosellina Madeo, il cui silenzio la pone in un misterioso limbo. C’è da dire, però, che la minoranza non è mai stata coesa sulle posizioni. E questo potrebbe essere un altro motivo.
L’attacco, dicevamo, anche in questo caso è durissimo.
«Questa città si riscopre avere un primo cittadino che altro non è che un bullo di quartiere, una persona di cui aver paura per la violenza di parole e linguaggio. Quell'aggressione frontale e gratuita rivolta ai banchi delle opposizioni che altro non hanno fatto che "fare il loro ruolo" è a dir poco vergognosa. Le prese di posizione, le scelte, le decisioni come quella di far celebrare i Consigli comunali nel fine settimana, sono sempre partite dalla Maggioranza. Ora che si chiede? Responsabilità? A chi? A noi che siamo sempre stati relegati nel ghetto dell'ingiuria, della mistificazione e del fango? No. Se Stasi non ha i numeri per governare o se per farlo deve ricorrere ad espedienti che coinvolgono persone sufficientemente interessate alla gestione comunale, è giusto che si dimetta, che vada a casa. Non siamo disposti a dargli sponda per un governo di salute pubblica. Anche perché lui la città l'ha intossicata di veleno e di odio politico irreversibile. Un po' quello accadde a Rossano agli inizi degli anni '90. Anzi, diciamo di più, chiediamo alla Presidente del Consiglio comunale di raccogliere con estremo favore la ramanzina fuori dai denti fatta ieri dal sindaco in Consiglio comunale rispetto ai giorni della Convocazione. Invitiamo lui, lei e la loro maggioranza ad essere consequenziali evitando che i lavori delle Assemblee civiche si tengano nel fine settimana, al sabato, alla domenica e nei giorni festivi, giorni utili solo per eventi eccezionali, seguendo un calendario più parlamentare. Noi ci stiamo, non è un problema. Anche perché se la maggioranza ci avesse proposto o ci proponesse un qualsiasi giorno compreso tra lunedì e venerdì per celebrare il Consiglio comunale noi saremmo più che disponibili. Del resto, siamo qui per questo».
«Purtroppo, però, - aggiungono dall’Opposizione - il fare da lavandaia del sindaco Stasi non solo ha neutralizzato la più alta sede democratica della città qual è il Consiglio comunale ma sta compromettendo giorno dopo giorno l'esistenza stessa di questa grande comunità. Fate un giro per le vie della città, nelle periferie e nei centri storici, osservate i cittadini e guardate lo stato in cui versa la società di Corigliano-Rossano. Un vergognoso baratro di esasperazione generato da un modello di gestione della cosa pubblica che non sta producendo nulla: solo parole, mistificazioni e ingiurie».
«Nessuno – proseguono - si tira indietro da responsabilità – se ce ne dovessero essere all'eventualità – ma essere definiti come quattro lupi spelacchiati da chi altro non è che un cane rabbioso che ulula alla luna è davvero da strafottenti. Ricordiamo ancora una volta a Flavio Stasi che è lui, per sfortuna di tutti e grazie a una campagna elettorale durante la quale ha tentato di distruggere l'onorabilità degli avversari, il sindaco di Corigliano-Rossano. È lui che ha il potere democratico in mano. È lui che sicuramente lascerà altri debiti alle prossime Amministrazioni comunali che verranno. Non c'è nessuno scandalo in questo. C'è però una considerazione da fare non secondaria e nemmeno marginale, i debiti fuori bilancio, di cui oggi anche qualche consigliere dai banchi della maggioranza parla senza sapere cosa stia dicendo, non sono solo di responsabilità politica. Sulla gestione delle casse comunali c'è anche, ed è preponderante, la responsabilità amministrativa della burocrazia comunale. Ieri il sindaco, così come anche sulla vicenda di Insiti, ha ammiccato ad illeciti e a "giocatori che si siano venduti la partita", bene vada avanti! Denunci nelle sedi opportune i responsabili anche quelli della burocrazia se ne ha coraggio e attributi. Non si limiti a fare il banditore di piazza. Sparlare senza fatti, rimanendo solo nel chiaroscuro, è da persona ignobile. Lo sa bene Stasi perché è così che ha sempre indirizzato la sua azione politica e di questo dovrebbe vergognarsene. Grazie a Dio – questo il finale a effetto - il giorno giudizio del popolo è sempre più vicino e quando arriverà sarà dirimente e inappellabile».