Anche il Partito democratico longobucchese scarica il sindaco Pirillo
La posizione assunta dal coordinamento democrat potrebbbe sancire definitivamente la fine anticipata dell'esperienza del sindaco alla guida del comune della Sila greca: «Non siamo mai stati coinvolti nelle scelte»
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LONGOBUCCO - Il Partito democratico di Longobucco scarica il sindaco Giovanni Pirillo, si fa così più irta la strada verso un superamento della crisi politica che in questo momento sta attanagliando l'esecutivo della città capoluogo della Sila greca. Una bocciatura, quella dei democrat nei confronti di quello che nei fatti è stato e rimane un sindaco di espressione Pd, senza appello. Che viene ratificata da un documento scaturito a seguito dell'ultima riunione di coordinamento tenutasi lo scorso 9 novembre. Lo stesso che ha una conclusione chiarissima: «invitiamo la componente a rassegnare le dimissioni ed a ritenere conclusa la consiliatura».
Poche righe che di fatto, però, sanciscono dal punto di vista del Partito Democratico il fallimento politico della giunta Pirillo. «Il coordinamento del PD - si legge ancora nel documento del coordinamento longobucchese - ritiene che i fatti susseguitisi negli ultimi giorni (l'ammutinamento di tre consiglieri di maggioranza, la mozione di sfiducia avanzata dal gruppo di opposizione e le successive dimissioni del sindaco, ndr), nella loro gravità, rappresentano l’epilogo e lo sbocco consequenziale di una situazione amministrativa insostenibile, caratterizzata da referenzialità personali più che una valenza politica».
E nel dire questo, i democrat longobucchesi non perdono ad assestare il colpo contro Pirillo ritenendo di fatto unico responsabile degli avvenimenti. «Questo Circolo - precisano - non è stato mai partecipe, né interessato da parte del sindaco, alle vicende che hanno determinato le sue dimissioni o a quelle che abbiano riguardato l’attività stessa dell’amministrazione comunale».
Da qui l'azione consequenziale del Pd locale che nel manifestare contrarietà rispetto all'azione del primo cittadino per come ha gestito la fase propedeutica alle dimissioni e ribadendo «come già fatto in altre occasioni» un giudizio negativo su come «è stata gestita in generale l’attività amministrativa, specialmente negli ultimi anni» invita il primo cittadino «a rassegnare le dimissioni ed a ritenere conclusa la consiliatura».